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Mettiamoci in gioco e Consulta nazionale antiusura chiedono intergruppo parlamentare sui rischi del gioco d’azzardo.

Costituire al più presto un intergruppo parlamentare sui rischi del gioco d’azzardo. È questo l’obiettivo che si propongono la campagna “Mettiamoci in gioco”, la Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II e i parlamentari presenti a Roma ieri (5 marzo, ndr) per ragionare insieme sulle iniziative da prendere per contrastare le ricadute negative della diffusione del gioco d’azzardo nel nostro Paese.
L’incontro, promosso da “Mettiamoci in gioco” e Consulta nazionale antiusura, era proprio finalizzato a far convergere e rafforzare gli sforzi di tutti quei parlamentari che, indipendentemente dall’appartenenza politica, credono che sia necessario ridurre l’offerta di azzardo e regolamentare il settore, mettendo al primo posto la salute delle persone.
Nei prossimi giorni i parlamentari presenti all’incontro di Roma e quelli che non hanno potuto partecipare alla riunione perché impegnati nei lavori parlamentari, metteranno a punto la lettera nella quale verranno invitati tutti i parlamentari italiani ad aderire all’intergruppo in via di costituzione.

In un’intervista a Vita.it  Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale che riunisce 35 tra fondazioni e associazioni antiusura (regionali, provinciali o comunali) ha sottolineato come il Governo voglia “mettere al primo posto le esigenze di entrate erariali piuttosto che il guadagno delle imprese, rispetto alle esigenze di salute dei cittadini. Cosa che, per noi, sembra doveroso mettere sempre al primo posto. Inoltre, ci sembra improprio separare i due aspetti del gioco d’azzardo, quello fisico e quello online. Anziché fare una legge quadro generale, si preferisce fare soltanto un intervento sul gioco online. Da alcuni anni, peraltro, il gioco d’azzardo online ha largamente superato quello fisico nelle sale che eravamo abituati a trovare per le vie cittadine. Così, tutte quelle precauzioni che erano state messe in campo per arginare il fenomeno e le conseguenze sociali (penso, per esempio, alle distanze delle sale gioco dalle scuole o il divieto della pubblicità) sono ormai state aggirate. Ora chiunque può giocare quando e dove vuole, attraverso il proprio device. Senza limiti di distanze e di tempi. Davanti a una sfida di questo tipo, bisognerebbe affrontare la situazione con una visione a 360 gradi”.

La Redazione

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