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Gioco, associazioni di categoria all’unanimità: “online e fisico: un solo riordino in contemporanea”

Non c’è dubbio: il riordino dell’ online e del fisico del comparto giochi deve avvenire necessariamente in contemporanea. Per la prima volta, la maggior parte delle associazioni di categoria che rappresentano il settore del gioco legale in Italia – Acadi, Sapar, Astrp, Egp-Fipe, Logico e Acmi – si sono presentate unite e compatte per denunciare i rischi che corre il settore se il Governo non adotta politiche regolatorie ed economiche corrette ed uniformi. E’ quanto sostenuto nell’incontro “Gioco: un solo mercato, un solo riordino” organizzato dall’Istituto Milton Friedman, che si è svolto presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Bisogna riformare contestualmente le regole che interessano l’intero settore e non soltanto alcuni segmenti dello stesso mercato, generando invece così disparità tra i diversi prodotti e segmenti dello stesso peraltro impattando asimmetricamente sulla politica sanitaria di tutela dell’utente. “Il settore del gioco legale ha bisogno di una riforma organica immediata che interessi tutti i segmenti di mercato, l’attuale quadro normativo e gli interventi regolatori che il Governo si accinge a fare creano e creeranno ancora una volta disparità favorendo il mercato illegale e condizionando pesantemente il libero mercato. Noi proseguiamo la nostra strenua battaglia in difesa della libertà d’impresa, della legalità e contro il proibizionismo e l’ingerenza dello Stato nelle naturali dinamiche di mercato.” Così Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Friedman, moderatore dell’evento ha aperto la conferenza stampa.

Il consesso ha visto la partecipazione delle più rappresentative associazioni di categoria del settore.

“Da oltre un decennio il mercato dei giochi in denaro soffre di interventi frammentari e parziali” – dichiara Geronimo Cardia, presidente di Acadi – “Un approccio politico che ha avuto impatti negativi sia sugli obiettivi di interesse pubblico, come legalità ed erario, ma anche su imprese e lavoratori del settore, oltre che sul primario interesse del contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. Occuparsi prima del “riordino” del gioco a distanza rispetto a quello del retail significa ridurre il gettito complessivo del comparto, il presidio di legalità sul territorio, la tutela del giocatore, i livelli di occupazione e significa inoltre soffocare le piccole e medie imprese”, ha concluso Cardia.

“Come Sapar rappresentiamo centinaia di Piccole e medie imprese del gioco pubblico di Stato. Le imprese del comparto del gioco pubblico danno lavoro a circa 150.000 lavoratori e garantiscono un gettito di circa 11 milioni di euro (dati 2022), oltre a costituire un presidio di legalità insostituibile. Riteniamo che portare avanti il riordino del settore, a condizioni poco accessibili per la maggior parte degli operatori, sia dannoso per tutta la filiera del gioco. I punti per noi davvero irrinunciabili sono inoltre il riconoscimento del ruolo delle piccole e medie imprese di gestione e la tutela della raccolta negli esercizi generalisti” – È quanto dichiarato da Domenico Distante, Presidente SAPAR.

“I primi 20 anni del ‘sistema del gioco pubblico’ hanno definito le caratteristiche delle filiere del gioco; filiere costituite da qualche centinaio di aziende, circa 70 nel mondo dell’online, che danno lavoro a più di 150.000 addetti. Filiere, inoltre, sempre più trasversali sia rispetto ai diversi giochi che ai canali di offerta. È questa trasversalità che rende unico il modello del gioco pubblico e necessario un riordino che interessi contemporaneamente tutti i comparti del settore, con un occhio particolare per tutte quelle piccole e medie aziende nazionali che sono alla base di una nascente rete italiana del gioco. Queste aziende sono un patrimonio per il settore che va salvaguardato a fronte di improvvide decisioni sulle condizioni di accesso al mercato del gioco che scardinerebbero l’attuale equilibrio da subito per l’offerta online ed in prospettiva per il circuito retail”. È quanto dichiarato da Armando Iaccarino, ASTRO.

La Redazione

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