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Ippica, tassazione iniqua. Arletti a Chiodi: “Allineare scommesse reali a quelle virtuali”

E’ un settore sempre più in fermento quello dell’ippica italiana per una crisi che sembra proprio non aver soluzioni. Tanto il malcontento degli addetti ai lavori per soluzioni che ritardano ad arrivare. Così il presidente della Società Modenese che gestisce l’ippodromo Ghirlandina, membro della Consulta, Alessandro Arletti, in una lettera aperta al direttore generale dell’ippica al Masaf, Remo Chiodi:

“Alcuni membri della Consulta (compreso il sottoscritto) nell’ultima riunione con il Ministero tenutasi il 9 dicembre, hanno ritenuto di dover chiedere quali fossero le motivazioni di una situazione che ritenevano profondamente iniqua per l’ippica e cioè: perché le scommesse a quota fissa su cavalli veri, in carne ed ossa, sono tassate fino al 47%, mentre quelle virtuali, cioè quelle scommesse su cavalli finti e simulati al computer, sono tassate solo al 22%?”

Non ho personalmente una risposta, ma sta di fatto che le scommesse virtuali a quota fissa hanno toccato a ottobre 2023 la vertiginosa somma di oltre 2,7 miliardi di euro (dati ADM) mentre, quelle ippiche, nel loro totale sono ridotte a soli 500 milioni di euri.
Riteniamo francamente che questa possa essere una situazione ancora accettabile?
La nostra proposta, inviata al Ministero, chiede la tassazione del 4% da applicarsi sulle scommesse virtuali a favore della filiera ippica.
Si fisserebbe inoltre il prelievo erariale al 22% per entrambe le tipologie di scommesse, in questo modo si allineerebbe finalmente il trattamento erariale in modo equo sia per le scommesse reali che per quelle virtuali, al 26%. Ricordo che la proposta di tassare le scommesse a favore del mondo sportivo non è insensata, ed è stata formulata, proprio due giorni fa, anche dal Ministro dello Sport Abodi, in riferimento al calcio.
Sono inoltre state elaborate precise simulazioni, sulla base dei dati resi pubblici da ADM, e queste hanno prodotto risultati molto incoraggianti in quanto si avrebbe un avanzo di gestione di 4 milioni di euro a favore dell’ippica, solamente dalla raccolta fisica.

Doveroso anche chiarire le affermazioni sul totalizzatore: nessuno ha mai sostenuto l’abolizione del totalizzatore, ma penso siano chiari ed evidenti sono a tutti, i segni della inefficienza di questo mezzo che ha portato la raccolta ippica a valori risibili e ogni anno sempre più bassi.
La riduzione da due ad un solo totalizzatore è sicuramente una cura da intraprendere, ma pare bisognerà attendere lo scadere delle concessioni in essere, prevista per fine 2024.
La riforma a quota fissa sarebbe invece praticabile da subito. La Consulta è stata democraticamente eletta dalle categorie ippiche ma anche lo strumento a disposizione di tutti per formulare le proprie proposte, invito pertanto le persone di buona volontà a scrivermi”.

La Redazione

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