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L’Ungheria di Orbàn infastidita dal processo Salis, minaccia l’Italia: “Inutili le richieste”.

Non solo il governo ungherese di Viktor Orbán non si è rivelato così amico di Giorgia Meloni come ai tempi dell’opposizione della premier italiana, ma sul processo Salis appare anche infastidito. Già a fine gennaio, dopo la prima udienza del processo, Kovacs, portavoce del governo ungherese, aveva definito “altamente discutibile” la credibilità di Ilaria Salis e “apertamente di sinistra” il suo legale ungherese, Gyorgy Magyar, ma era stato poi il ministro degli Esteri Péter Szijjartó ha chiarire il punto di vista del governo di Budapest: “Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria”, aveva detto a Roma dopo un colloquio con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani avvenuto a fine febbraio. In queste ore in un post su X Kovacs rincara la dose: “Da metà febbraio, il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere ‘preoccupato’ per la sicurezza della figlia finché sarà in Ungheria. Nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove arrivare e pianificare di picchiare qualcuno a morte. E no, nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano (o di qualsiasi altro importante mezzo di informazione) al governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali”.

Non si stupisce più di tanto per le dichiarazioni di Zoltan Kovacs, Roperto Salis, padre di Ilaria.

“Tutto politicizzato. Stiamo parlando di un regime in cui i diritti civili e la separazione dei poteri e lo stato di diritto vengono completamente superati da una spiccata tendenza alla tirannide”, spiega il padre dell’attivista italiana dopo aver letto l’avvertimento diretto a lui, al governo e ai media italiani. “Il processo è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze. Quando c’è un politico che se la prende con un privato cittadino di un altro Stato è chiaro che c’è qualcosa di incredibile”, la riflessione di Roberto Salis che ha già capito da tempo l’aria che tira in Ungheria e che da tempo chiede che il governo italiano si faccia sentire.

La Redazione

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