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‘Ndrangheta, operazione Helianthus: non solo estorsioni ma anche gioco illecito. 14 arresti

Non solo estorsioni aggravate dal metodo mafioso ma anche interessi in settori illeciti come quello delle scommesse online, delle slot machine e dello sfruttamento delle corse clandestine di cavalli. E’ quanto emerso dall’operazione Helianthus, scattata stamattina all’alba, della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. La squadra mobile ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare: 12 indagati sono in carcere e, tra questi, boss, luogotenenti e affiliati alla cosca Labate accusati di associazione mafiosa e diverse estorsioni (http://lfattoquotidiano.it/2020/01/29/ndrangheta-operazione-contro-il-clan-labate-14-arresti-ce-anche-il-boss-sequestrati-beni-per-1-milione-di-euro/5688465/). Altri due indagati, invece, sono finiti agli arresti domiciliari. Tra i destinatari dell’ordinanza di arresto c’è anche il boss Pietro Labate che era già detenuto. Oggi, invece, è finito in carcere suo fratello, Nino Labate, reggente della cosca quando il boss era latitante, e anche il cognato Rocco Cassone.

“Ti Mangiu”  avevano interessi nel mondo del gioco illecito e delle corse clandestine di cavalli. Un dato questo già emerso in precedenti indagini giudiziarie così come il “core business” del clan: il sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici, commercianti e titolari di piccole, medie e grandi imprese, specialmente di quelli impegnati nell’esecuzione di appalti nel settore dell’edilizia privata nell’area sotto il dominio della consorteria mafiosa. Infatti, l’operazione è stata possibile anche grazie alla collaborazione di alcuni affermati imprenditori reggini del settore edile e immobiliare che hanno denunciato di essere vittime di ripetute estorsioni consistenti nel pagamento di somme di denaro, fino a 200mila euro, a esponenti di rilievo e luogotenenti del clan Labate o nell’imposizione dell’acquisto di prodotti dell’edilizia in attività commerciali nella disponibilità del clan. Le indagini sono state condotte sulla base di intercettazioni e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, come Mario Gennaro, Enrico De Rosa e Giuseppe Stefano Tito Liuzzo (http://gimeg.it/pp2/operazione-helianthus-dda-reggio-calabria-persone-coinvolte), grazie alle quali è stato possibile focalizzare le vicende criminali che hanno portato al potenziamento della cosca.

La Redazione

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