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Parma, gioco d’azzardo in aumento anche tra giovani e anziani

Il gioco d’azzardo patologico ritorna ad affliggere Parma e i dati lo confermano. Gli utenti in carico per il gioco d’azzardo presso i servizi di assistenza cittadini sono in aumento. Un +6,3% dopo la diminuzione avvenuta dall’anno della pandemia (2020) che aveva, di fatto, ridotto drasticamente le nuove richieste di trattamento di questa tipologia di pazienti. Nell’ultimo biennio sono raddoppiati gli utenti che si sono rivolti ai servizi: da 3 a 6 nell’età compresa tra i 18 e i 30 anni. In tutto gli utenti complessivi sono 68.  Nel 2023 vengono segnalati dall’Ausl di Parma 31 pazienti in più in carico. Di questi, 29 sono uomini e 2 donne. Rispetto al 2022 si è abbassata l’età media di quattro punti percentuali. Il giocatore ha oggi un’età media di 42 anni. Il target preferito rimane quello della slot machine, al secondo posto invece si piazzano le scommesse sportive. Il periodo successivo al Covid ha cambiato anche il profilo del giocatore, oltre che alcuni aspetti della ludopatia. Una piaga che, purtroppo, condiziona una buona fetta della popolazione. Giovani e anziani, donne e uomini.  Questi ultimi sono in maggioranza per quanto riguarda anche le nuove tendenze relative al gioco. Le nuove sfide trovano sfogo soprattutto online. Per gli uomini, giocare significa dimostrarsi forte: le puntate preferite si registrano tra le scommesse sportive o nelle sale slot.

Ma perchè l’uomo gioca d’azzardo? “I giocatori hanno un approccio basato sulla ricerca della gratificazione – prova a spiegare Simonetta Gariboldi, referente Ausl per il gioco d’azzardo – Spesso sono persone che lavorano e, nello stesso tempo, tendono a vivere un po’ isolate fuori dall’ufficio. Gente che ha problemi economici o sogna la grande vincita. Giocano maggiormente a poker online. Con la crescita del gioco su piattaforme online un po’ è cambiata la percezione: non c’è stigma né vergogna, ma c’è la carta di credito. Il gioco è diventato più veloce e l’utente non ha tempo per riflettere sulla giocata”.

Per la donna il discorso è un po’ diverso. Le donne sono indotte al gioco da una motivazione consolatoria o antidepressiva. Tant’è che preferiscono giochi tipo Gratta&Vinci e Bingo. “Subiscono la sindrome del nido vuoto o del pensionamento – continua la Gariboldi -. Oppure devono soddisfare stili di vita non appaganti. Il gioco per una donna ha, sostanzialmente, una funzione antidepressiva. Tuttavia c’è un problema grande: quello del sommerso: finché le persone sono ‘bancabili’ e hanno soldi non vengono a chiedere aiuto ai servizi. Nel 2020/21 la gente giocava meno, erano chiuse le sale e con il lockdown a causa del Covid abbiamo assistito a una riduzione del numero dei giocatori. Purtroppo il gioco è finito in rete, online. Si segnala, infatti, un aumento di scommesse online che prima non era stato rilevato. E gli utenti scommettono di tutto: su eventi sportivi, soprattutto. I servizi segnalano un aumento della richiesta di presa in carico di scommettitori. L’età media è bassa perché il nuovo target ci mette di fronte a pazienti più giovani. Il gioco in presenza è più tipico delle persone più avanti con l’età: più sono giovani e più giocano online. Il trend dice che i giocatori sono per di più maschi, anche se pare siano in crescita le donne”. 

La Redazione

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