E’ di questi giorni un’intervista a ‘La Stampa’ di Andrea Tronzano, assessore Attività produttive alla Regione Piemonte, ex consigliere d’opposizione fortemente critico nei confronti della legge regionale sul gioco. “Per quel che mi riguarda non ho cambiato idea: la tutela della salute e il contrasto alla ludopatia sono importanti, quindi la legge non va abrogata. Però servono alcune modifiche, perché così si sta distruggendo un settore ed escludendo 5 mila persone dal circuito lavorativo”. L’occasione è stato l’allarme lanciato dalle asl della regione: “Le sale gioco del Piemonte ignorano la legge sul gioco e continuano a operare indisturbate”. Lo scorso 20 maggio è scattato l’obbligo di chiusura, che precedentemente aveva già colpito le slot nei bar, anche delle sale gioco e scommesse che non rispettano il distanziometro dai luoghi sensibili, ma in provincia di Torino nessuno si è adeguato. Il primo step della legge sul gioco ha ridotto sensibilmente il numero di apparecchi da intrattenimento, passati da 22mila a meno di 12mila, e la seconda fase è ancora più incisiva in quanto va a colpire anche le sale gioco. Due sono i punti critici, secondo l’assessore Tronzano: il distanziometro che da 500 metri si vorrebbe ridurre a 250 e la retroattività della norma: “Chi ha investito in un settore legale non può vedersi costretto a sbaraccare l’attività. È stata applicata una furia ideologica che non condivido. Di questo passo che facciamo, chiudiamo le pasticcerie perché l’eccesso di dolci fa male?”.
La Redazione