Il Tar dell’Emilia-Romagna sostiene la legge regionale in materia di gioco e distanziometro, respingendo in blocco i ricorsi presentati dai gestori di sette locali a Bologna, costretti a spostarsi (http://cifonenews.comma3.com/tar-emilia-romagna-linteresse-alla-salute-prevale-su-interesse-imprenditoriale-chiuse-due-sale-gioco/).
Nessuna proroga per i giudici amministrativi che sentenziano: “La sostanziale liberalizzazione, che forse troverà una moderazione in occasione della prossima gara nel 2020 ha richiesto una reazione sul piano sanitario che non può non comportare una tendenziale riduzione dei punti in cui è possibile svolgere quelle attività a rischio di ludopatia. L’applicazione della nuova normativa è stata posticipata di 21 mesi, assicurando un periodo transitorio idoneo a riconvertire gli investimenti”. Dunque le attività con slot dovranno rispettare i 500 metri di distanza dai luoghi sensibili o chiudere. E ancora: “E’ evidente che delocalizzare comporta oneri aggiuntivi che si giustificano in relazione ai benefici per la collettività che ne potranno derivare, ma bisogna dimostrare di aver almeno tentato di trovare un’alternativa, cosa che potrebbe consentire al Comune di prorogare il momento della chiusura del punto che non rispetta le distanze. Del resto, se davvero ci fosse l’impossibilità a delocalizzare per i gestori, tutti i punti vendita che hanno utilizzato la sanatoria dovrebbero essere costretti a spostarsi senza trovare una valida alternativa, ma non risulta che ciò sia accaduto”. Per i giudici del Tar “il diritto alla libertà di iniziativa economica privata non è assoluto, poichè può esercitarsi nel rispetto dell’utilità sociale, della sicurezza, della libertà e della dignità umana”.
La Redazione