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Tassare le attività di gioco per finanziare interventi in favore della Sanità. Il Mef frena

Una manovra fatta di lacrime e sangue e la corsa del governo Meloni per raschiare fondi necessari alla tenuta del sistema Paese. Tassare le attività di gioco per finanziare interventi in favore del Sistema Sanitario.  E’ questa la proposta messa ufficialmente sul tavolo da Fratelli d’Italia, con un ordine del giorno alla delega fiscale approvato in commissione Finanze al Senato, che impegna il governo “a prevedere un incremento delle risorse destinate al finanziamento del Ssn, mediante un adeguato riordino della disciplina delle entrate complessive dall’attività di raccolta del gioco che, in particolare, consegua un aumento dei canoni di concessione, specie dei giochi online, in funzione dei volumi di raccolta delle giocate e delle scommesse”.

 La proposta di Franco Zaffini e di altri 12 senatori firmatari di maggioranza, è di “un riordino della disciplina delle entrate complessive dall’attività di raccolta del gioco che, in particolare, consegua un aumento dei canoni di concessione, specie dei giochi online, in funzione dei volumi di raccolta delle giocate e delle scommesse“. Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro di Palazzo Madama ha spiegato: “Per rianimare il Sistema Sanitario si dovrà trovare nuove forme di finanziamento anche attraverso una tassa di scopo che possa nell’arco di 5/10 anni mettere in sicurezza il nostro sistema della sanità pubblica. Un tema, quello del definanziamento della sanità, che parte da lontano, prima con il governo di Mario Monti in cui la stagione della spending review portò in dote una sforbiciata alla spesa sanitaria di quasi 7 miliardi fino al 2015, poi con la ghigliottina di Renzi e Conte. Una politica di austerity che in 10 anni ha sottratto 37 miliardi di euro portando il SSN in profondo rosso. Trovare nuovi investimenti significherà salvare non solo il Sistema ma anche il diritto alla salute”.

Tuttavia fonti del ministero dell’Economia, secondo quanto riportato dalla stampa nei giorni scorsi, spiegano che non è così semplice: “Prima di tutto la legge non consente destinazioni specifiche di questo tipo, bisognerebbe creare un fondo ad hoc e poi stabilire che quei soldi vanno alla sanità – è il ragionamento –. Tra l’altro, le gare per le concessioni si potranno fare forse a fine 2024, quindi gli ulteriori introiti potrebbero essere disponibili per il 2025, non prima”. Insomma, pur accogliendo la proposta di finanziare la sanità con il gioco d’azzardo, non è da lì che possono arrivare i 4 miliardi che Schillaci pretende subito. Quindi tutto rimandato, il Governo deve ancora riflettere su come reperire questi fondi, “Le risorse verranno reperite in un altro modo, ma ora è impossibile dire come”.

La Redazione

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