Questa volta l’allarme ludopatia arriva dal Trentino dove, la dipendenza da gioco patologico è un problema drammaticamente grave. Secondo quanto emerso dall’incontro “ Il gioco d’azzardo attraverso il millennio” promosso da Ama ( Auto Mutuo Aiuto), le cifre sarebbero allarmanti: 214 milioni di euro spesi nel 2017 nella sola città di Trento. Se si calcola anche la provincia i milioni salgono a 658, pari a 1380 euro pro capite. Ripercorso il cambiamento epocale che ha trasformato il gioco d’azzardo da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa; da pochi luoghi lontani e dedicati, alla contaminazione di ogni territorio, fino alla pervasività dell’on-line. Non più bische clandestine, ma nel giro di pochi anni le occasioni per chi soffre di ludopatia, si sono moltiplicate: bar e tabaccherie con slot, sale giochi e sempre più accessibili siti di scommesse online. Al contrario, i casinò risulterebbero essere tutti a rischio chiusura.
Secondo Giulia Tomasi, psicologa di Ama “di quei 214 milioni di euro movimentati a Trento, 175 sono quelli in un certo qual modo restituiti, mentre 39 milioni rappresentano il ricavato delle aziende che gestiscono il gioco d’azzardo”. Una differenza accentuata tra uomini e donne, è quella che le donne chiedono aiuto prima rispetto agli uomini e si indebitano meno facilmente. Ma più frequentemente rispetto ai maschi, la ludopatia dipende da problemi psichiatrici come depressione e disturbo bipolare. Per aiutare i ludopatici e le loro famiglie, Ama ha otto gruppi in Trentino, tre dei quali solo a Trento, seguendo in tutto circa 50 persone affette da gap: per la maggior parte uomini di età compresa tra i 45 ed i 60 anni.
La Redazione