Lamberto Avanzo, segretario generale di Fisascat Cisl del Trentino, lancia l’allarme per il destino dei lavoratori del comparto gaming. Fra sei giorni infatti in Trentino (http://cifonenews.comma3.com/trento-dopo-5-anni-fi-chiede-ancora-di-posticipare-la-legge-sul-gioco/) dovranno essere spente le slot ubicate nel raggio di 300 metri dai luoghi definiti sensibili nella legge provinciale del 2015 per la prevenzione e la cura della dipendenza. Fanno eccezione le sale giochi: in questo caso la scadenza per adeguarsi è fissato per il 12 agosto 2022. Queste misure, secondo il sindacato, potrebbero generare in Trentino 300-400 disoccupati nel settore, senza colpire realmente il fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo.
Così Avanzo: “Dopo la mazzata del lockdown ne arriverebbe un’altra con effetti pesanti. Ci vorrebbe una proroga per consentire a tutti i soggetti di riorganizzarsi, anche perché diverse aziende sono specializzate unicamente in questo ambito. Fra l’altro è ancora in vigore il divieto di licenziamento, varato per l’emergenza Covid, dunque ci sarà un problema finanziario serio: speriamo che queste persone possano almeno usufrire dell’assegno ordinario del fondo trentino di solidarietà e ottenere opportunità di formazione professionale. Ma la situazione è davvero di estrema precarietà”. E ancora: “ci sarà l’incertezza totale, molte aziende non avranno modo di ricollocare il personale, che oltretutto in genere è formato specificamente per questo settore. Molti si ritroveranno per strada. Sono convinto – conclude Avanzo – che la ludopatia si può contrastare senza perdere posti di lavoro. Le azioni alternative a queste forme di divieto esistono. Vanno formati e responsabilizzati i gestori dei locali, per esempio, in modo che vigilino e intervengano di fronte a casi critici, come peraltro fa un barista con un cliente che alza troppo il gomito. Il semplice proibizionismo avrà verosimilmente il solo effetto di orientare il gioco verso altri canali”.
La Redazione