Le criptovalute non saranno comparate e trattate come gioco d’azzardo. E’ quanto deciso dal Regno Unito. “Trattare il trading di criptovalute come una forma di gioco d’azzardo – ha dichiarato il segretario finanziario al Tesoro, Andrew Griffith – sarebbe completamente contrario alle raccomandazioni concordate a livello globale da organizzazioni internazionali e organismi di definizione degli standard, tra cui l’Organizzazione internazionale delle commissioni sui titoli e il Consiglio per la stabilità finanziaria del G20″. La risposta è al Treasury Select Committee che, all’inizio di quest’anno, aveva suggerito che le criptovalute “non supportate” dovrebbero essere regolamentate come una forma di gioco d’azzardo, visti i rischi significativi posti ai consumatori.
Nel suo rapporto il comitato ha affermato che valute come il bitcoin “non hanno valore intrinseco e non hanno alcuno scopo sociale utile” mentre consumano grandi quantità di energia. Hanno notato che le valute digitali vengono utilizzate anche dai criminali per riciclare denaro e nascondere i proventi del crimine”.
Tuttavia il ministro ha sostenuto che trattare il trading di criptovalute come gioco d’azzardo non impedirebbe la commistione dei beni dei clienti. Limiterebbe inoltre la capacità delle autorità di regolamentazione finanziaria di supervisionare potenziali problemi come la manipolazione del mercato e le pratiche di gestione del rischio finanziario. Per questo il Tesoro ha ora affermato di essere “fermamente in disaccordo” con questo particolare aspetto del rapporto.
Griffith ha aggiunto: “L’approccio proposto dal comitato rischierebbe di creare un disallineamento con gli standard e gli approcci internazionali di altre importanti giurisdizioni, inclusa l’UE, e potenzialmente creerebbe mandati poco chiari e sovrapposti tra le autorità di regolamentazione finanziaria e la Gambling Commission. HM Treasury e la Financial Conduct Authority collaboreranno con l’industria per garantire che le società crittografiche siano pienamente consapevoli degli standard richiesti per l’approvazione”.
La Redazione