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Distanziometro, società emiliana ricorre in Consiglio di Stato

Primo round in Consiglio di Stato contro il “distanziometro” contenuto nella legge regionale dell’Emilia Romagna sul gioco patologico. I gestori slot – coadiuvati dagli interventi di Codere, Cirsa, Nts, Romagna Giochi, Acadi e l’associazione Astro – si sono rivolti ai giudici amministrativi contro la mappatura dei luoghi sensibili nel comune di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia.
Nel mirino di Ricreativo B, la società ricorrente, ci sono i provvedimenti emanati dall’amministrazione locale – così come stabilito dalla legge dell’Emilia Romagna contro il gioco patologico, pure impugnata – che impongono almeno 500 metri di distanza tra sale da gioco, slot machine e luoghi sensibili come scuole e chiese.
A inizio giugno il Tar Emilia aveva confermato la legittimità dei provvedimenti, contro cui però continua la battaglia legale degli operatori, che per la prima volta approdano in Consiglio di Stato. A Castelnovo ne’ Monti, sostengono, sarebbe di fatto impossibile continuare a gestire una sala giochi. Secondo la perizia presentata dalla ricorrente, le zone “franche” rappresentano l’1,14% del territorio comunale. Un’area molto limitata in cui «non vi è comunque la possibilità di collocare le sale, in quanto si tratta di un’area residenziale e industriale dove i fabbricati poco si addicono all’inserimento dell’attività».

La mappatura dei comuni dell’Emilia Romagna sulle aree destinate a diventare “slot free” «è in contrasto con i più elementari principi economici». Così l’avvocato Cino Benelli, difensore dei gestori slot. «Allo stato attuale non è possibile attuare la dislocazione delle attività. Innanzitutto, le amministrazioni regionali e comunali non hanno previsto un piano di indennizzi, richiesto anche dalla Corte Ue e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Inoltre, non è stato indicato dove potrebbero essere attuati gli spostamenti e soprattutto non c’è la garanzia che, una volta trasferita l’attività, questa possa continuare fino alla naturale scadenza delle concessioni».

Benelli mette in evidenza che «la delibera 831/2017 della Giunta regionale prevede ulteriori trasferimenti delle attività, anche una volta portato a termine il primo spostamento. Nel caso in cui vicino la nuova sede dovesse sopravvenire uno dei luoghi sensibili inclusi nei provvedimenti, l’attività sarebbe costretta a traslocare ancora». Un obbligo che, sostiene l’avvocato, «è in contrasto con i più elementari principi economici prima che giuridici».

«La pronuncia dei giudici di Palazzo Spada sarà decisiva e la sola a poter rendere giustizia in questa vicenda che vede come uniche vittime gli operatori del gioco d’azzardo lecito», ha commentato l’avvocato Filippo Boccioletti, consulente dell’associazione di gestori Astro che è intervenuta in giudizio. L’ordinanza del Consiglio di Stato – che a inizio giugno, con decreto monocratico, aveva momentaneamente respinto l’appello dei gestori – è attesa per domani.

/Fonte: Agipro

Antonio Bargelloni 

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