La Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio (Fipe) lancia l’allarme: l’entrata in vigore della nuova legge in materia di gioco d’azzardo in Lazio metterà a rischio 13mila posti di lavoro.
Distanziometro e retroattività sono i punti più critici. Il testo di legge infatti prevede che i punti di gioco legale debbano avere una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali, pena la chiusura. Ma non solo. “La legge non riguarda esclusivamente l’apertura di nuove sale da gioco, ma si estende anche ai punti già aperti e autorizzati, inclusi quelli dei piccoli esercenti come bar e tabacchi” dichiara in una nota il consigliere nazionale Fipe Emmanuele Cangianelli e Presidente di Egp, organizzazione di categoria degli Esercenti di giochi pubblici. “Se la legge, salvo emendamenti, dovesse entrare in vigore causerebbe la chiusura di circa 5 mila imprese del settore e l’eliminazione del 99% del gioco legale nel territorio del Lazio. Si desertificherà l’offerta regolamentata di gioco”.
E sempre Cangianelli spiega come la legge mette a rischio non tanto le sale specializzate, ma gli esercizi che hanno un’offerta di gioco che contribuisce a far quadrare i conti. “Ad esempio, i bar che offrono apparecchi a piccola vincita sono in genere quelli di prossimità, a conduzione familiare. L’effetto della legge per queste attività riguarderebbe altri 3.000 bar e caffetterie in Regione”. La preoccupazione per la perdita di posti di lavoro è stata espressa anche dai sindacati. I delegati di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs in una lettera inviata alla Regione Lazio hanno evidenziato come la chiusura delle attività del gioco legale “incentiverebbe l’incremento di occupazione precaria, incerta e illegale in un sistema già messo a dura prova dalle chiusure protratte legate alla pandemia da Covid19 negli anni 2020 e 2021”.
La Redazione