“C’è un’ambiguità di fondo, ma è certo che lo Stato, invece di affrontare il problema dell’azzardo in quanto tale, usa il problema, come diceva Cavour, per continuare a far pagare le tasse ai poveri, sorridendo”. Non le manda a dire il presidente della Consulta nazionale antiusura, monsignor Alberto D’Urso, che critica le disposizioni sul gioco contenute nella legge di Bilancio.
“Che differenza c’è – prosegue – tra le agenzie di scommesse che incassano e lo Stato che incassa grazie a persone disperate, alcune malate, altre inesperte, altre ancora come i bambini o emarginate, come gli anziani?”.
E ancora: “Passano i Governi ma i problemi non si prendono mai di petto: non sono questi passi decisivi verso l’eliminazione dell’azzardo, ma dei contentini e noi del mondo del volontariato che da anni combattiamo contro l’azzardo ci sentiamo ‘offesi’ perché vediamo le infinite difficoltà in cui si dibattono le persone e mostriamo la gravità del problema anche grazie a indicazioni di carattere economico e medico offerte da specialisti, ma queste sono eluse con un ‘sorriso politico’”, dice ancora il monsignore.
A fronte di tutto ciò la Consulta nazionale antiusura ha deciso di muoversi in autonomia e di organizzerà tre convegni per chiedere di dare la possibilità a Regioni e Comuni di legiferare in materia. “Per il Meridione l’appuntamento sarà il 20 febbraio a Palermo, mentre dobbiamo decidere ancora le date per Torino e Roma. Se facessimo un referendum, uscirebbero non i ‘gilet gialli’, ma i ‘gilet delle famiglie disperate’ che hanno perduto tutto per l’azzardo. Sono, infatti, in aumento le persone compulsive che vivono in maniera patologica il gioco. Abbiamo notizie brutte da ogni parte d’Italia”.
D. Pellegrino