Non cenna a placarsi la querelle sulla legge del Piemonte sulla regolamentazione del gioco tra coloro che sostengono la validità della stessa (http://cifonenews.comma3.com/piemonte-bertola-m5s-nessuno-metta-le-mani-sulla-legge-9-2016/) e chi invece ritiene che la legge non solo non abbia avuto alcun risultato sulla lotta al gap ma abbia addirittura favorito il gioco illegale e la criminalità che vi gravita attorno. Il punto cruciale sarebbero i numeri. Ieri i consiglieri regionali del Pd del Piemonte a margine della seduta congiunta delle commissioni Sanità, Commercio, Legalità e del Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, in cui è stata presentata la relazione della Giunta sulla clausola valutativa della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”, hanno dichiarato: “Nell’odierna commissione è arrivata l’ennesima conferma che la legge regionale funziona. Non solo, i dati sul gioco d’azzardo patologico sono in costante miglioramento… ma allora perché la maggioranza insiste nel tentativo di modificare la norma?”. In una nota, i consiglieri Domenico Rossi – vice presidente della commissione sanità relatore di maggioranza della legge 9/2016 -, Monica Canalis, vice presidente della III commissione – e Diego Sarno – portavoce Pd commissione Legalità e referente regionale di Avviso Pubblico, scrivono: “I numeri presentati oggi dagli uffici dell’Assessorato e da Ires parlano chiaro. Peccato che la Giunta non li abbia ascoltati: nessun assessore presente e tantomeno il presidente Cirio. Un fatto grave, un atteggiamento che evidenzia l’approccio della maggioranza e dell’esecutivo rispetto al problema del gioco d’azzardo patologico: nessuna volontà di ascolto e di confronto”.
Non ci stanno le associazioni di categoria, una fra tutte AsTro. “Nei prossimi giorni forniremo, per l’ennesima volta, i dati ufficiali che provano come la legge regionale ha distrutto un intero settore economico, lasciando inalterata la spesa e il territorio in mano alla criminalità”. Ha commentato il presidente Massimiliano Pucci, aggiungendo: “Non si capisce quali dati la relazione utilizzi. Nel documento presentato questa mattina si parla di 54 posti di lavoro persi, ma non è chiaro quale sia la fonte di questo dato, dal momento che la Cgia Mestre, attraverso i codici Ateco, aveva stimato circa un migliaio di lavoratori rimasti senza impiego.
Addirittura si parla di un aumento di posti di lavoro nelle sale quando il 90 percento delle stesse è chiuso da più di un anno. Con la legge si è distrutto completamente un settore produttivo per far calare, a detta loro, del 10 percento la spesa sul gioco, quando in realtà, dai dati ufficiali si evince che la spesa nella Regione Piemonte è aumentata. Senza tener conto dell’aumento dell’illegalità; basta leggere i giornali tutti i giorni – conclude Pucci – per rendersi conto dei numerosi sequestri di apparecchi illegali che la Guardia di Finanza sta operando in Piemonte”.