Il gioco legale rappresenta il vero argine a quello illegale gestito dalla criminalità. E’ quanto emerso dal rapporto realizzato da Lottomatica e Censis sul gioco legale in Italia, presentato oggi in Senato.
Secondo quanto evidenziato dal documento, infatti, per il 66,8% degli italiani il gioco legale, regolato e gestito dallo Stato, si trasforma in efficace contrasto all’illegalità. Per gli italiani quindi la lotta al gioco al legale non si fa con soluzioni proibizioniste: infatti, per il 59,8% (il 63,4% tra i laureati e il 63,8% tra i giovani) penalizzare eccessivamente il gioco legale farebbe lievitare il numero di giocatori illegali. È una minoranza del 28,9% a pensare che il divieto di giocare ridurrebbe il numero di giocatori, con vantaggi per la salute pubblica e la collettività. Dal rapporto emerge, inoltre, che la scelta di giocare è trasversale ai gruppi sociali e territori, ma con qualche differenza: giocano gli alti redditi (42,9%) come quelli bassi (35,2%), gli adulti (45,4%) come i giovani (45,2%), ma un po’ meno gli anziani (18%), i residenti nel Sud e Isole (42,4%) come quelli nel Nord Ovest (36,6%), nel Nord Est (31,8%) e nel Centro (37,4%).
Il rapporto cerca di evidenziare e sottolineare il valore sociale ed economico del gioco legale troppo spesso “identificato con la sua versione patologica e ridotto ad impulso incontrollabile”. “Di conseguenza – si legge nella sintesi – viene sottaciuto che il sistema del gioco legale è un settore economico con imprese, occupati e proventi fiscali per la collettività, un universo altamente regolato dallo Stato e gestito da concessionari, cioè gruppi imprenditoriali affidabili, verificati e capaci. E viene anche misconosciuta l’essenza della sua funzione sociale: l’essere il nemico più irriducibile del gioco illegale, di solito controllato dalla criminalità“.
Dal punto di vista economico, il settore del gaming in Italia genera benefici come occupazione, reddito, valore aggiunto, gettito fiscale che finanzia la spesa pubblica. Sono 300 i concessionari autorizzati dallo Stato, 3200 le imprese di gestione che, per conto dei concessionari, si occupano del coordinamento del gioco pubblico sul territorio, 80mila i punti vendita, per un totale complessivo di circa 150 mila occupati e un fatturato annuale di 14 miliardi di euro.
Numeri tuttavia destinati a un drastico ridimensionamento dopo la lunga chiusura per il Covid. Nel 2020 la raccolta complessiva ha perso 22,2 miliardi di euro, con 1.600 sale giochi che non hanno più riaperto dopo il lockdown. Al contrario il volume d’affari del gioco illegale è cresciuto in un anno del 50%, passando dai 12 miliardi stimati nel 2019 ai 18 miliardi dell’anno successivo e nel 2021 rischia di andare oltre i 20 miliardi di euro.
La Redazione