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“Ma le tasse sul gioco d’azzardo funzionano davvero?” Ecco i risultati della ricerca dell’Università La Cattolica di Milano

Arriva dall’Università La Cattolica di Milano l’ultima ricerca dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani dal titolo “Ma le tasse sul gioco d’azzardo funzionano davvero?”. Secondo quanto emerso dallo studio “non vi è evidenza che l’aumento delle tasse sui giochi sia un deterrente efficace per contenere il fenomeno del gioco d’azzardo. Ma l’aspetto più critico è che una buona parte dei provvedimenti presi da questo governo (così come dai precedenti) finirà per gravare sui giocatori, molti dei quali non ridurranno la loro propensione al gioco perché affetti da forme gravi di dipendenza”. La ricerca ha evidenziato come “Queste misure (ultimi aumenti di tassazione sul gioco d’azzardo, ndr) trovano un certo consenso presso l’opinione pubblica perché si pensa che abbiano l’effetto di scoraggiare la piaga del gioco d’azzardo. In realtà, non ci sono evidenze che confermano che l’aumento dell’imposizione fiscale sia uno strumento efficace di contrasto al gioco d’azzardo. Inoltre, sebbene nella dialettica politica sembri che gli aumenti di tassazione colpiscano principalmente le imprese del settore, alcune modalità di aumento dell’imposizione fiscale gravano principalmente sui giocatori, i quali spesso non rinunciano al gioco perché condizionati da una dipendenza patologica. Nel dibattito pubblico prevale la convinzione secondo cui un aumento dell’imposizione fiscale nel settore dei giochi sarebbe uno strumento efficace per contrastare la crescita del gioco d’azzardo. Questa convinzione, oltre alla necessità di reperire risorse finanziarie, ha indotto il governo a disporre aumenti delle imposte sul settore dei giochi all’interno di tre provvedimenti: il Decreto Dignità, la Legge di Bilancio e il Decreto su Reddito di Cittadinanza e Quota 100. In realtà, non c’è una chiara evidenza empirica che la tassazione sia stata in Italia uno strumento efficace per contrastare il gioco […]
Detto ciò, il gettito atteso di questi provvedimenti è di oltre un miliardo all’anno per il prossimo triennio e la maggiore tassazione del gioco d’azzardo costituisce un’importante fonte di finanziamento per il governo. Sebbene, quindi, altri interventi di natura non fiscale sembrino genuinamente orientati al contrasto al gioco d’azzardo (come l’installazione di tagliandi con avvertenze sui rischi connessi al gioco, o il divieto di qualsiasi forma di pubblicità), questi aumenti di tassazione sembrano essere attuati soprattutto per far fronte ad esigenze di finanza pubblica”.

La Redazione

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