Due giorni fa il presidente di Figc, Gabriele Gravina, tuonava: “non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti”. Ma dopo Belgio, Olanda e Francia, da ieri anche l’Italia è più vicina alla chiusura definitiva. E’ quanto lasciano intendere le parole del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora: “Vedo il sentiero per la ripresa sempre più stretto Lega e Figc dovrebbero iniziare a pensare a un piano B. Se la ripresa non sarà in sicurezza saremo costretti a fermarci. La scelta della Francia può spingere anche l’Italia a seguire quella linea. Entro questa settimana il Comitato tecnico scientifico del governo dirà se è attuabile il protocollo per gli allenamenti. Quindi, con la curva dei contagi alla mano, decideremo sul campionato”. Non lascia speranza invece il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a Rai Radio 1: “Inverosimile che riprenda il calcio in Italia”.
Ma Gravina non ci sta: “Il tempo lavora a nostro favore, il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è percorribile. Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner e istituzioni internazionali, UEFA, FIFA. In Francia è il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Paris Saint–Germain, ad esempio, ha detto subito di aver perso 200 milioni dopo l’annuncio della chiusura del campionato ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole. Sento dire che dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino. In questo modo in pratica ci stanno dicendo che non potremo disputare neanche il campionato 2020/2021. Ai calciatori con famiglie cosa diremo? Che magari per i prossimi 2-3 anni dovranno cambiare mestiere? Ribadisco ancora una volta il concetto: io la firma su un blocco del campionato non la metterò mai”.
La Uefa non perde le speranze diffondendo ieri le dichiarazioni ottimistiche del presidente della Commissione medica di Nyon, Tim Meyer: “Tutte le organizzazioni calcistiche, che stanno pianificando il riavvio, realizzeranno protocolli per proteggere la salute. Con queste condizioni e nel pieno rispetto delle legislazioni nazionali, è sicuramente possibile pianificare la ripresa delle competizioni sospese”.
La Redazione