Pare che il Covid si sia accanito sul mondo del calcio che cede sotto i duri colpi della pandemia. Non solo positivi e calciatori in isolamento ma anche violazione della legge e colpi di testa. E, se da un lato c’è il leggendario Antonin Panenka, 71 anni, presidente onorario della squadra del Praga, Covid positivo, che lotta tra la vita e la morta, intubato in terapia intensiva, dall’altro ci sono sette giocatori della Juventus che non rispettano la quarantena e volano a casa. È stato lo stesso club bianconero a segnalare all’Asl torinese l’uscita dei propri sette tesserati dal J Hotel, dove era stato confinato l’intero “gruppo squadra” da sabato pomeriggio e dove tuttora risiedono calciatori (compresi i già ceduti Douglas Costa e De Sciglio), staff tecnico, medici e altre figure del club in attesa del secondo tampone negativo (https://www.lastampa.it/sport/calcio/2020/10/07/news/covid-segnalati-dalla-asl-sette-giocatori-della-juve-1.39391231). Ronaldo, Dybala, Bentancur, Cuadrado, Danilo, Demiral e Buffon, invece, lunedì mattina hanno abbandonato la Continassa per recarsi nelle loro abitazioni. I primi cinque, poi, hanno lasciato l’Italia per raggiungere le rispettive nazionali e la situazione per loro rischia di complicarsi ulteriormente. Per viaggiare in aereo potrebbero aver violato “un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di igiene” (articolo 650 del codice penale) e questo dovrà essere accertato dai magistrati. “Non si può uscire dalla bolla finché non sarà consentito dall’Asl territoriale – aveva spiegato domenica sera Luca Stefanini, medico sociale della Juventus -: con l’abbandono della bolla i calciatori devono rispondere alla legge come comuni cittadini e quindi recarsi presso il proprio domicilio e proseguire l’isolamento fino a quando l’Asl non interromperà l’obbligo”. L’obbligo è tuttora in vigore, visto che solo tra oggi e domani verrà effettuato il secondo tampone: solo se negativo si torna alla normalità. La Procura Federale potrebbe aprire un’inchiesta sulla violazione del protocollo da parte dei giocatori.
Intanto il mondo del calcio tifa per Panenka, colui che segnò il leggendario calcio di rigore nella finale dell’Europeo 1976, realizzato in quel modo che ancor oggi porta il suo cognome. Dopo aver contratto il coronavirus qualche settimana fa, infatti, Panenka si troverebbe in gravi condizioni in terapia intensiva. La notizia è nata da un tweet pubblicato dai Bohemians, squadra praghese, che ha precisato: “Non commenteremo le sue condizioni di salute”. Si legge solo che Panenka sia collegato alle macchine per la ventilazione assistita, si sa di condizioni “gravi” e della sua presenza in terapia intensiva. Il tweet si conclude con un augurio: “Combatti, Tondo!”.
La Redazione