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Criticità nel mondo dell’ippica. Celin dice “Basta”!

Il mondo dell’ippica è pieno di criticità. A denunciarle con tenacia è Sergio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa. Fra queste “la NON tracciabilità dei cavalli da corsa (attualmente non obbligatoria per legge!) quando vengono venduti dai rispettivi proprietari, o pseudo tali, non solo nel fine carriera, ma anche in piena attività agonistica”. O ancora “non è previsto l’obbligo di effettuare un’autopsia su un cavallo trovato morto all’interno del proprio box, recinto, scuderia o paddock, da parte delle Asl competenti, tranne che non ci sia una specifica richiesta del proprietario del cavallo”. In una lettera alla ministra Bellanova, Celin prende come esempio la storia, a lieto fine, di Fantastic Amour (http://cifonenews.comma3.com/fantastic-amour-la-storia-del-cavallo-francese-raccontata-da-celin/) “il Cavallo proveniente dalla Francia che sarebbe potuto finire ovunque una volta venduto, se non ci fosse stato l’interessamento del sottoscritto e soprattutto quello di Paolo Liberatore, attuale proprietario, e del suo allenatore, Pasqualino Esposito Senior, uno dei decani, assieme a Remigio Talpo, Antonio Castiello, Fabio Scantamburlo e Gianfranco Cardin, tra gli allenatori/guidatori ancora presenti nell’Ippodromo “Breda” di Padova, dove attualmente trova ospitalità! Qualcuno mi avrebbe accusato di essermi ingiustamente arrogato il diritto di interessarmi della sorte di Fantastic Amour. Bene, lo invito a partecipare a un dibattito pubblico sulle criticità del settore e le conseguenze, spesso drammatiche, sui cavalli. sarei curioso di sapere cosa ne pensa del fatto che per molti proprietari i cavalli da corsa siano solo degli “strumenti” e come tali vadano demoliti, perchè è inutile “ripararli”: si sa, è più costoso curare che non uccidere un cavallo! Costringere un cavallo a correre per mesi nonostante le sue non perfette condizioni fisiche è maltrattamento di animale”. Infine il totale disappunto di Celin su quanto sancito dal Mipaaf “‘Senza il gioco non si possono disputare le corse negli Ippodromi’. Questo sta’ a significare solo una cosa: l’ippica è tutto tranne che uno “SPORT” e i cavalli sono paragonabili ad una roulette dei Casinò. Esiste solo una parola per riassumere quanto sopra: “VERGOGNA”!!!

La Redazione

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