Grande affetto quello tra il campione di tennis Novak Djokovic e il pubblico italiano soprattutto dopo l’esordio vittorioso agli Internazionali di Roma contro Karatsev (6-3, 6-2). Così, in conferenza stampa, il tennista serbo sottolinea che “non per nulla considero Roma la mia seconda casa, è bello giocare nel Colosseo del tennis. Durante la mia carriera spesso non ho avuto la maggioranza dei tifosi a favore, ma qui invece sì: è qualcosa che ti dà il vento nella schiena”.
Il campione spiega poi la sua scritta sulla videocamera a fine partita (‘Uno di noi’): “L’ho fatto perché ho rivisto due ragazzi italiani che dieci anni fa erano venuti a vedermi e cantavano sempre ‘Djokovic uno di noi””. Con riferimento alla polemica di Zverev post-finale di Madrid sull’orario tardo delle partite Nole ha commentato: “Sono d’accordo con lui, non si può finire di giocare all’una, andare a dormire tardi e rigiocare il giorno dopo. Capisco che si vogliano vendere più biglietti facendo anche una sessione serale ma questo crea problemi se si finisce troppo tardi”. Secondo Djokovic, “i giocatori dovrebbero parlare per tempo di queste cose. Io sono stato dieci anni nel Council dell’Atp come presidente, ma non cambia niente”.
La Redazione