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Gli ippodromi protestano per il taglio da 6mln agli stanziamenti

Il mondo dell’ippica dice no al taglio di oltre 6 milioni destinati agli ippodromi italiani previsto dal Bilancio previsionale dello Stato 2022-2024. “In assenza di adeguata modifica dello stanziamento assegnato non siamo disponibili a proseguire l’attività ippica agonistica per l’anno 2022”. È quanto fanno sapere Gruppo ippodromi associati, Coordinamento ippodromi e Associazione nazionale ippodromi al Ministero delle politiche agricole. La tabella numero 13 relativa allo “Stato di previsione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per l’anno finanziario 2022 e per il triennio 2022-2024”, prevede uno stanziamento di 40 milioni di euro rispetto ai 46,5 milioni di euro dell’anno 2021″.

Le associazioni chiedono con urgenza un incontro con i vertici del ministero. “Augurandoci che gli emendamenti presentati su questo argomento, da molti gruppi politici, vengano accolti”, scrivono il Coordinamento ippodromi guidato da Attilio D’Alesio e Ani, guidata da Alessandro Arletti, “e che lo stanziamento Annuo per gli ippodromi sia di almeno 50 milioni, restiamo in attesa di urgente convocazione per affrontare positivamente e con grande spirito di collaborazione ed impegno il prossimo anno”.

Categorico il messaggio del Gruppo Ippodromi Associati, firmato dai delegati Franca Maglione, Pier Luigi D’Angelo, Concetto Mazzarella e Elio Pautasso, che “tenuto conto della insostenibile situazione economica che si determinerà con l’approvazione del Disegno Di Legge N. 2448 – bilancio previsionale dello Stato 2022-2024 ribadiscono, in assenza di adeguata modifica dello stanziamento assegnato, e fino a quando non saranno stanziate ulteriori adeguate risorse sul capitolo di bilancio relativo alle società di corsa, di non essere disponibili a proseguire l’attività ippica agonistica per l’anno 2022 e, pertanto, invitano il Ministero in indirizzo ad astenersi nel frattempo dall’inserimento nel calendario corse 2022 degli ippodromi gestiti dalle scriventi società”.

E ancora il Coordinamento corse e Ani, “le società di corse non saranno più in grado di fornire i servizi necessari allo svolgimento dell’attività ippica, con gravi ricadute sociali su tutto il comparto: allevatori, professionisti, proprietari, lavoratori ed anche sugli operatori incaricati dal Ministero: giudici di gara, veterinari, Unire Lab ecc., oltre che sul normale e corretto svolgimento delle corse dei cavalli a partire dal 1 gennaio 2022″.

La Redazione

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