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Il comparto ippico incontra il sottosegretario Battistoni. D’Alesio: “Le scommesse non c’entrano più nulla con l’ippica”

Attesissimo alle ore 14.30 di oggi (17 gennaio, ndr), all’Ippodromo Capannelle in Roma, l’incontro pubblico organizzato dal Coordinamento Ippodromi, l’Associazione Nazionale Ippodromi (ANI), Snaitech SpA e Valentinia Srl per approfondire lo stato di avanzamento in ordine a quanto comunicato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF), Francesco Battistoni, nell’incontro dello scorso 17 dicembre. Si discuterà quindi dell’incremento dello stanziamento dei capitoli di bilancio per la remunerazione delle società di corse, della direzione generale dell’Ippica e della riduzione dei tempi di pagamento delle spettanze degli operatori. Ad anticipare i temi sul rilancio di un settore da troppo tempo in crisi, Attilio D’Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi, in un convegno tenutosi a Pisa venerdì 14 (https://www.gioconews.it/ippica/69591-riforma-e-rilancio-dell-ippica-le-proposte-di-d-alesio-coordinamento-ippodromi).

Per mettere in atto una riforma del comparto ippico secondo D’Alesio si dovrebbe tener conto che “L’allevamento è agricoltura e le corse dei cavalli sono competizioni sportive. I 36 ippodromi attivi in Italia sono impianti sportivi a tutto tondo e ben 26 sono di proprietà pubblica: di Comuni o Regioni.
Le scommesse ormai da oltre 20 anni non c’entrano più nulla con l’ippica ed è gravissimo che ancora oggi se ne parli al Mipaaf ed addirittura nella legge di bilancio si giustifichi il taglio dei finanziamenti agli ippodromi a causa del calo delle scommesse.
Che poi le scommesse ippiche vadano riformate questo è un altro problema e riguarda in primis Mef ed Adm e ne auspichiamo una profonda riforma, come per esempio è stato fatto con il nuovo Totocalcio.
Le società di corse sono concessionarie di Adm per la raccolta delle scommesse in ippodromo e sono pronte a collaborare con l’Agenzia per la migliore riforma possibile”.

E ancora prosegue D’Alesio:  “Istituire una ‘nuova Unire’ o ‘Agenzia’ dedicata all’ippica sotto la vigilanza del Mef e del Mipaaf, riforma sulla quale dovranno lavorare il Governo ed il Parlamento. In merito sono già state presentate in Parlamento tante proposte che vanno in questa direzione.
Nel frattempo, bisogna costituire una Direzione dell’ippica all’interno del Mipaaf, come ha dichiarato recentemente il sottosegretario Battistoni.
Poi va istituito un tavolo di lavoro permanente con la presenza della associazioni riconosciute e rappresentative della filiera (al ministero sono operativi decine di tavoli ma per l’ippica
incredibilmente non ne è mai stato istituito uno).
Inoltre, sarebbe necessario sganciare completamente l’ippica dalle scommesse, come peraltro lo sono tutti gli altri sport, sui quali peraltro si scommette moltissimo.
Va deciso il pagamento entro 60 giorni dei premi vinti, con la collaborazione delle società di corse come è stato fatto per oltre 50 anni, a fronte di un adeguato corrispettivo per il servizio svolto.
Va adottata la classificazione degli ippodromi prevista dalla legge n. 169 del 1998, che dovrà basarsi su un metodo matematico scientifico, come a esempio il modello Ahp (si può prendere a riferimento anche il modo con cui viene fatta la classificazione degli alberghi )
Va stipulato un accordo sostitutivo con le società di corse con durata triennale e con un finanziamento adeguato ed in linea con i servizi forniti.
Vanno adottati annualmente un calendario delle corse condiviso con gli ippodromi, che sono gli impianti che le ospitano, e un decreto di riconoscimento delle associazioni rappresentative degli ippodromi e della filiera.
Bisogna aggiornare tutto il sistema informatico dell’ippica e realizzare e rendere pubblico anche: il censimento e la residenza di tutti i cavalli in attività che peraltro sono già dotati di micro chip e di passaporto; l’ Albo dei proprietari del trotto, del galoppo, degli ostacoli; l’ Albo degli allenatori titolari di patente; l’ Albo dei guidatori e fantini titolari di patente; l’Albo dei gentlemen titolari di patente; l’Albo degli allevatori riconosciuti dal Ministero come operatori agricoli.
Tutti gli operatori della filiera ippica dovranno essere tesserati e per poter accedere alle scuderie degli ippodromi e nei recinti riservati si dovrà presentare la tessera”. 
In conclusione, il D’Alesio chiede di “aggiornare la legge Zaia e prevedere un finanziamento annuo nella legge di bilancio di almeno 200 milioni per montepremi, sovvenzioni ippodromi, costo del personale, televisione, pubblicità e promozione, giudici di gara, veterinari, antidoping etc; prevedere una piccola percentuale a favore dell’ippica su tutte le scommesse raccolte nei 120.000 punti gioco visto che è stata la prima a mettere a disposizione le ‘sue’ 360 agenzie ippiche, simile alla tassa Salvasport istituita nel 2020.
Bisogna scrivere una legge sugli ippodromi come è stata fatta, anni fa, una legge sugli stadi;
coinvolgere l’Anci ed i sindaci delle città dove sono presenti i 36 ippodromi ancora aperti (26 sono di proprietà pubblica) che sono aree preziosissime di tutti i territori e la cui chiusura causerebbe un disastro sociale ed ambientale, come purtroppo è già accaduto in tante città, vedi Roma, Firenze, Grosseto.
L’ allevamento dei cavalli è – chiosa D’Alesio – agricoltura e gli ippodromi sono i teatri dove si svolgono le corse dei cavalli che sono competizioni sportive ed il primo obiettivo da perseguire, tutti insieme, per il rilancio dell’ippica è portare tanto pubblico: famiglie, giovani, anziani e bambini negli ippodromi e far crescere la passione per i meravigliosi cavalli.
Concludo ricordando una bellissima frase di Mark Twain: ‘Non è bello che tutti si debba pensare allo stesso modo. È la differenza delle opinioni che rende possibili le corse dei cavalli'”. 

La Redazione

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