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Ippica, ultimatum delle società di corse al ministero “Disposti a fermarci”

 

Nonostante le rassicurazioni provenienti dal Ministero delle Politiche agricole e dallo stesso capo del dicastero, Gian Marco Centinaio, le società di corse di ippica continuano a ritenersi preoccupate per il futuro di tutto il comparto.
E lo esternano attraverso una lunga lettera congiunta inviata al Mipaaft, a firma di: Ippodromo di Alfea, Hippogroup Cesenate, Hippogroup Torinese, Hippogroup Roma Capannelle, Ippodromi Meridionali, Ippodromi Partenopei, Ippomed, Nordest Ippodromi, Snaitech, San Felice, Sifj, Sistema Cavallo, Società Varesina Incremento Corse Cavalli , Valentina, Samac.
Nella missiva indirizzata al ministero, le società di corse diffidano lo stesso ministro “a dare risposte certe in merito al futuro dell’ippica”, e lo invitano “a formalizzare il rapporto in essere per l’anno 2018 con i medesimi atti e criteri generali di erogazione applicati nel 2017 (art.2 D.M. n. 66046/18) e senza attendere l’approvazione da parte degli Organi di controllo di altri atti (riclassificazione degli ippodromi) non attinenti al rapporto economico con le società di corse”.
Inoltre, come si legge nella lettera, “le società chiedono al ministro di riconoscere loro la congrua remunerazione per le prestazioni già fornite, a provvedere all’immediato pagamento di quanto dovuto e delle spettanze arretrate, secondo norma e sulla base degli stessi criteri di assegnazione delle risorse utilizzato per l’anno 2017”.
“Abbiamo più volte richiamato l’attenzione del ministero delle Politiche Agricole che si occupa del settore ippica per illustrare la situazione di grave stato di crisi nella quale versano le nostre società, a causa della mancata definizione del nuovo rapporto contrattuale per l’anno 2018, e a questo riguardo, abbiamo richiesto sempre al ministero, in più occasioni, quanto meno di prorogare l’accordo in essere per l’anno 2017 e di provvedere al regolare pagamento, a nostro favore, delle prestazioni previste, a norma dell’art. 2 del D.Lgs. n. 449/99, per lo svolgimento dell’attività di organizzazione di corse presso i vari ippodromi. Qualora le nostre richieste non siano prese in considerazione, il ministero sarà chiamato a rispondere, quale unico e solo responsabile, di tutti i danni economico-patrimoniali e non, subiti e subendi dalle scriventi società di corse, oltre all’eventuale danno erariale derivante da un fermo delle attività ippiche. Dove la situazione d’insostenibilità dovesse ulteriormente protrarsi, invitiamo il ministero a non programmare ulteriore attività ippica”.
Le società di corse minacciano un vero e proprio sciopero: “In assenza di un’immediata convocazione per la sottoscrizione dell’accordo potremmo, già nell’immediato futuro, non garantire le nostre prestazioni di servizi in favore di questo ministero. Nell’attesa che il ministero provvedesse al decreto relativo alla regolazione dei rapporti contrattuali ed economici per l’anno in corso, al fine di evitare l’eventuale esclusione dei propri impianti dalla programmazione e classificazione nazionale con i conseguenti ed ulteriori danni economici di rilevantissima entità, abbiamo protratto la prestazione dei medesimi servizi in favore del Mipaaft, secondo il calendario di corse che, mensilmente, il ministero ha continuato a predisporre”.
“A dispetto delle rassicurazioni e degli impegni di pronta soluzione assunti dal Mipaaft nei numerosi incontri istituzionali che si sono succeduti – aggiungono – sono inutilmente trascorsi ben nove mesi e, a fronte degli impegni finanziari e dei costi di esercizio e di gestione che dobbiamo anticipare e sostenere per la regolare prestazione dei servizi ad oggi, il ministero, nonostante le vigenti disposizioni del D.M. 66046 del 21/09/2018, non ha adottato alcun atto e/o provvedimento prodromico al pagamento, secondo le previsioni dell’art.2, in nostro favore, delle spettanze dovute per i servizi pur ricevuti ed accettati”.
“In considerazione della situazione di dipendenza economica in cui le scriventi società di corse sono costrette ad operare, avendo per legge il Mipaaft competenza esclusiva nell’organizzazione delle corse ippiche, ed essendo quindi lo stesso ministero monocliente delle società stesse, il complessivo comportamento tenuto, e gravemente protratto, dal medesimo ministero – spiegano agli operatori del settore – continua a causare ingentissimi danni economici. Tenuto conto che tutte le società di corse italiane, dall’inizio dell’anno 2018, stanno scrupolosamente svolgendo tutta l’attività volta a garantire il regolare svolgimento delle corse e degli allenamenti secondo il calendario assegnato dal Mipaaft, e ciò esclusivamente in base al principio del legittimo affidamento stante l’assenza del rapporto contrattuale, a ciò, va aggiunto, che molte di queste società come noto tenute per legge a verificare la sussistenza dei presupposti di salvaguardia del patrimonio aziendale e del capitale sociale, nell’esercizio 2018 si trovano nelle condizioni di subire perdite di bilancio superiori al terzo del capitale sociale, dal momento che non possono essere contabilizzati e registrati ricavi potenziali in assenza di un regolare contratto con l’amministrazione”.
“La situazione di insostenibilità è resa ancor più grave dal fatto che nel corso degli ultimi 5 anni gli stanziamenti complessivi per le società di corse hanno subito tagli di oltre il 76 per cento, comportando agli operatori del settore ingenti perdite economiche che il ministero ha potuto verificare documentalmente sulla base delle rendicontazioni (obbligatorie) per l’esercizio 2016, dalle quali risultano comprovate perdite di bilancio per complessivi 8 milioni di euro circa su uno stanziamento di circa 46 milioni, pari a circa il 17 per cento dello stanziamento”, conclude la lettera. Una sorta di ultimatum, insomma, cui il ministero dovrà rispondere con atti concreti. L’unità di intenti mostrata dalle società di corse lascia intendere di essere arrivati ad un punto di non ritorno: l’ippica italiana è allo stremo ed è disposta a fermarsi a lungo, pur di far valere le proprie ragioni.
A. Bargelloni

 

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