Il ministro Spadafora ha detto sì, al calcio. Dopo lunghe settimane di confronti si torna a giocare il 20 giugno (la Coppa Italia già il 13) e, come tiene sottolineare il ministro Spadafora, le partite saranno in chiaro.
La Federcalcio e la Lega hanno definitivamente convinto la politica sconfiggendo il fronte del no guidato da Cairo (http://cifonenews.comma3.com/il-calcio-riparte-manca-solo-lok-del-governo/). Esulta il numero 1 della Figc Gravina, brindano i presidenti del pallone, che adesso possono incassare i soldi dei diritti tv, unica vera ragione per cui il campionato va finito. Adesso la palla passa ai presidenti dei club. Quest’ultimi nell’assemblea di Lega dovranno decidere i dettagli della ripresa, calendari compresi. Tuttavia la situazione per la Coppa Italia non è altrettanto rosea. Il torneo potrebbe addirittura saltare. Le 4 semifinaliste non vogliono giocarsi il trofeo in partite che sono un’incognita, le prime dopo oltre 100 giorni senza calcio ed in un clima torrido per giunta. Per convincerle sarà proposto di cancellare l’opzione supplementari, anticipando la lotteria dei rigori in caso di parità.
Intanto però, ancora ieri il Comitato tecnico-scientifico ha ribadito che i calciatori non avranno corsie preferenziali: in caso di positività l’intera squadra dovrà andare in isolamento per due settimane. A queste condizioni un solo infetto sarà saltare tutto il campionato. La Figc conserva nel cassetto il piano B dei playoff in caso di intoppi.
La Redazione