“Bet on yourself” (scommetti su te stesso) è il nome del progetto dell’Ambito territoriale di Bergamo e della Coop sociale onlus Il Piccolo Principe, in collaborazione con Ats e Comune. A fronte di dati preoccupanti, dodicimila persone nella provincia di Bergamo soffrono del disturbo di gioco d’azzardo patologico, l’1,2%, ma solo 445 sono in carico ai Servizi sociali, l’obiettivo è proprio quello di intercettare e prevenire il fenomeno. Anche con un nuovo sportello di ascolto che sarà attivo da marzo, a Redona, nella sede decentrata dei Servizi sociali.
Il gioco d’azzardo fisico (quello delle macchinette nei bar o nelle sale slot, per l’online non c’è alcun elemento di visibilità) nell’ambito di Bergamo aveva registrato valori in calo rispetto al periodo pre-pandemico, un -20,9% nel 2022 rispetto al 2019, ma con un incremento progressivo nel 2023 rispetto al 2022. “L’87% dei valori di raccolta arriva dal Comune di Bergamo, il capoluogo è più attrattivo e ha più attività — spiega Gilberto Giudici de Il Piccolo Principe —. È interessante vedere come nel pre-pandemia il 66,8% della raccolta derivava dagli apparecchi fisici, nel primo semestre del 2023 in calo al 58,6%, ma comunque in risalita, mentre durante il Covid la lotteria si era alzata dal 18% al 37%”. L’istinto al gioco dunque non si è sopito e la presenza delle tante macchinette non aiuta i ludopatici: “Ad agosto 2023 risultavano presenti nel territorio dell’Ambito (l’82% dei locali è nel Comune di Bergamo) 1,79 locali con apparecchi ogni chilometro quadrato, una densità superiore al dato provinciale, regionale e nazionale — continua Giudici —, anche se bisogna registrare che i locali con apparecchi Awp sono in calo (da 139 a 112) perché, rispetto alle sale slot dedicate, nei bar dietro casa c’è poca riservatezza e si corre il rischio di incappare in conoscenti”.
“Vogliamo lavorare con la comunità ingaggiandola come risorsa per sensibilizzare e intercettare persone che hanno bisogno di aiuto”, dichiara l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina, spiegando la doppia sperimentazione: una mappa che illustra i servizi capaci di fare sistema e uno sportello fisico con professionisti a disposizione. “Le reti sociali fanno poi azioni preventive calendarizzando attività di socializzazione che contrastano la solitudine che porta al gioco”, sottolinea Eridania Peci, referente del progetto. ‘Azioni no slot’ quindi, attività gratuite e gratificanti: dalla tombola alle bocce, dalle merende al cucito.
La Redazione