Il Governo decide di sopprimere l’Osservatorio ministeriale per il contrasto al gioco d’azzardo. Una scelta che desta preoccupazione in chi quotidianamente si batte per la lotta a un fenomeno sempre più dilagante, sempre più preoccupante. In Toscana, ad esempio, nel 2022 sono stati spesi, nel gioco d’azzardo ben 7 miliardi e 396 milioni di euro, con perdite per i giocatori pari a circa 1 miliardi e 200 milioni di euro. Ed è proprio Lanfranco Perrone (Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura) a scagliarsi contro la decisione del Governo di procedere d’urgenza per riordinare il settore del gioco d’azzardo facendo passare tutte funzioni, compresa la “Tutela della salute del giocatore” al Mef.
“Siamo molto preoccupati – dichiara Perrone – per la iniziativa del Governo in merito al riordino del comparto del gioco d’azzardo che prevede la soppressione dell’Osservatorio per il Contrasto della Diffusione del Gioco d’Azzardo presso il Ministero della Salute e la contemporanea creazione della Consulta permanente dei Giochi Pubblici presso il Ministero della Economia e Finanza”. Così “Cioè sottende una radicale svolta nel contrasto del fenomeno del gioco d’azzardo che sposta l’iniziativa pubblica dall’ambito sociale, sanitario e di contrasto alla dipendenza ad una attività tendente prevalentemente alla massimizzazione dei proventi economici connessi alla diffusione del gioco d’azzardo – sottolinea Perrone-. Inoltre è previsto che del nuovo organismo istituito presso il MEF facciano parte anche rappresentanti dei gestori del gioco d’ azzardo, facendo così diventare il ” controllato” controllore di se stesso”.
E ancora Perrone: “Viene da domandarsi se i governanti operino solo nell’ ottica dell’incremento dei proventi del gioco d’azzardo (chi però si arricchisce in maniera importante la potente lobby di questo settore) rispetto alla drammaticità del fenomeno in termini di salute, coesione sociale e sicurezza pubblica – afferma Perrone, che auspica un piano serio che miri alla prevenzione e l’assistenza al ludopatico e la sua famiglia “anche per le situazioni di indebitamento/sovra indebitamento, a tutela della qualità delle relazioni e del patrimonio della compagine familiare”.
La Redazione