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Basilicata, il gioco d’azzardo si tinge di rosa: +5,5% di donne ludopatiche nel 2022

Il gioco d’azzardo dilaga in tutta Italia. Secondo gli ultimi studi gli italiani sarebbero infatti tra i giocatori più incalliti d’Europa. Ma il gioco in Basilicata si tinge di rosa: nel territorio lucano la percentuale di donne ludopatiche è in crescita più che altrove (in un anno, dal 2022 ad oggi, +2,5% in Italia, +5,5% in Basilicata).

Nel territorio lucano, inoltre, si registra un aumento della richiesta di presa in carico presso il Serd (Servizio per le dipendenze patologiche) e la spesa pro capite delle famiglie lucane per il gioco varia dai 140 ai 240 euro mensili. Dato in netto aumento rispetto agli anni precedenti: è quanto dichiara Sabato Alvino, psicologo psicoterapeuta e responsabile servizi disturbi da gioco d’azzardo dell’associazione Insieme Onlus di Potenza in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno.

“Circa dieci anni fa abbiamo attivato uno sportello d’ascolto gratuito su Potenza e poi quando, nel 2017, il gioco d’azzardo è stato riconosciuto nei livelli minimi di assistenza, abbiamo cominciato a collaborare con il Serd facendo un vero e proprio percorso comunitario. Il servizio è rivolto a utenti e familiari con problematiche di gioco d’azzardo ed offre interventi di informazione, consulenza, valutazione ed eventuale. A livello nazionale e locale – spiega Alvino – si registra un aumento del gioco d’azzardo anche al femminile. Nella nostra esperienza di comunità, però, abbiamo aiutato soltanto persone di sesso maschile”.

Sulle presunte cause che porterebbero alla dipendenza da gioco, lo psicoterapeuta spiega: “È una vera dipendenza, ma senza sostanza, sovrapponibile alla dipendenza da eroina, cannabinoidi, alcolismo. Non ci sono ad oggi cause lineari scatenanti, ma diversi fattori che portano ad essa: sintomi ambientali, individuali relativi alla genetica o temperamentali della persona e sociali indiretti come le condizioni socio economiche”. Il Covid ha cambiato apparentemente lo scenario del fenomeno: “La pandemia inizialmente ha abbassato i numeri del gioco d’azzardo, ma da un punto di vista solo visivo perché in realtà con lo sviluppo tecnologico si può tranquillamente giocare da casa anche con minore controllo e mancanza di spostamento. Dopo la pandemia si è riscontrato un boom rispetto alle giocate ed alle affluenze nelle sale da gioco”. Sull’importanza della prevenzione Alvino ha dichiarato: “Occorre tenere presente l’aspetto comportamentale dell’individuo, le relazioni, gli aspetti psicologici e non sottovalutare l’aspetto legislativo del gioco d’azzardo. Si pensi allo Stato che, con il monopolio, da un lato invita a giocare attraverso la pubblicità e dall’altro cura. È un grande paradosso. Bisognerebbe non tanto limitare il gioco d’azzardo, ma prendersene cura come indicazione a tutti i livelli: familiare, relazionale, psicologico e legislativo soprattutto”.

La Redazione

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