No alla riapertura della sola sede di Ca’ Noghera. In attesa di date certe sulla riapertura dei casinò, a Venezia fa discutere l’ipotesi, ventilata dalla stampa locale, che l’azienda intenda riaprire temporaneamente solo la sede terrestre. “La riapertura della sola sede di Ca’ Noghera è principalmente una scelta politica che prosegue il progressivo abbandono della città lagunare. Questo avviene in un anno particolarmente funesto, caratterizzato dall’eccezionale acqua alta del 12 novembre 2019, a cui erano seguite dichiarazioni politiche – locali e nazionali – tese a rimandare che Venezia non sarebbe stata abbandonata. Alle parole seguono i fatti”. Sono le osservazioni dure di Slc-Cgil e Fisascat-Cisl che hanno sottolineano “quanto ha sempre sostenuto l’azienda degli ultimi anni: ‘La Casinò di Venezia Gioco è un’unica azienda e non esistono differenze tra le due sedi che devono considerarsi un unicum'”.
Inoltre hanno chiesto un “pronto e solerte confronto con le organizzazioni sindacali alla Casinò di Venezia Gioco Spa”, sottolineando in premessa che, “in attesa che l’azienda e la proprietà si degnino di interloquire con le Ooss e auspicando che il piano per la riapertura sia – come da protocollo siglato da Governo e parti sociali il 14 marzo 2020 e integrato il 24 aprile 2020 – condiviso con le rappresentanze dei lavoratori e non unilateralmente preconfezionato”, hanno “pronto un pacchetto di proposte che vanno nella direzione della tutela della sicurezza di dipendenti e clienti, nonché del mantenimento dell’equilibrio economico e finanziario della società. Dal confronto con le Ooss, azienda e proprietà avrebbero potuto apprendere che la necessità di creare gruppi di dipendenti impermeabili tra loro (con l’obiettivo del contenimento di eventuali contagi) spingerebbe proprio verso la riapertura di entrambe le sedi”.
La Redazione