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Djokovic in difesa dei colleghi: “Ai tennisti almeno il 50% dei proventi delle scommesse”

Pesano come macigni le parole del campione del mondo di tennis Novak Djokovic sulle difficoltà economiche dei colleghi tennisti. Il 24 volte vincitore del Grande Slam, cofondatore della Professional Tennis Players Association (PTPA), associazione che si batte per i diritti dei tennisti, ha dichiarato: “Sono stato al posto di tutti quei tennisti che ora hanno gravi difficoltà economiche. Capisco la loro fatica e le loro difficoltà, so i problemi che hanno nel dover pagare le trasferte, gli allenatori e i fisioterapisti”.

Non si parla dei Top Ten ma di chi è poco dopo la centesima posizione nel ranking, che trova grandi difficoltà nel sostenersi solo con questo sport. “Alla fine – prosegue Djokovic – se non hai il sostegno di una federazione forte avrai grossi problemi. Io vengo dalla Serbia e non avevo aiuti. Ora ho influenza e potere ovviamente e voglio utilizzarlo per migliorare le condizioni altrui”. Il tennista continua e usa un tono molto critico: “Di solito parliamo dei tennisti che hanno partecipato agli US Open ed hanno guadagnato tanto, ma non si vede agli altri. Ci sono tantissimi tennisti che non riescono a guadagnarsi da vivere con il tennis: maschile, femminile o doppio. Solo 400 tennisti tra queste competizioni riescono a vivere di tennis, tutto il resto no. Questa è una cifra molto bassa per uno sport globale come il nostro. Rappresenta un vero fallimento per il mondo del tennis”.

Allo stato attuale, ai giocatori è vietato avere sponsorizzazioni di scommesse sul proprio abbigliamento sportivo. Ma il campione serbo ha chiesto una revisione delle regole stabilite dalla federazione internazionale (ITF) riguardo le società di scommesse, per contribuire a migliorare la situazione finanziaria dei suoi colleghi. Molti tornei sono sponsorizzati anche da bookmakers e l’ITF ha recentemente nominato Infront Bettor distributore dei dati globali e dei diritti di streaming delle scommesse, il che ha suscitato critiche da parte di Djokovic. In un recente video caricato sull’account YouTube della PTPA dichiara: “Credo sia illogico che noi giocatori non possiamo avere loghi delle aziende di scommesse sulle nostre maglie, oltre al fatto che non possiamo ricevere una giusta parte, e intendo almeno il 50%, dei proventi che i tornei raccolgono direttamente dal mondo delle scommesse”. E’ vero che parte del denaro generato da tali accordi va ai piani pensionistici dei giocatori. Tuttavia, Djokovic ha esortato i suoi colleghi a ‘spingere di più’ per ricevere una quota maggiore del denaro mentre stanno ancora giocando, in quanto se un giocatore si ritira quando ha 30 o 35 anni deve aspettare più di 20 anni per iniziare effettivamente a ricevere i benefici della pensione.

La Redazione

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