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La rabbia di Chiodo (CNI): “Siamo figli di un dio minore?”

Sale la rabbia di chi continua a tener giù le serrande dopo oltre due mesi di lockdown (http://cifonenews.comma3.com/palermo-gli-operatori-del-gioco-scendono-in-piazza-iodicobasta/). E’ quanto traspare dalle parole di Gianmaria Chiodo, presidente della Confederazione noleggiatori italiani (CNI): “Abbiamo il sacrosanto diritto al lavoro alla pari di qualunque lavoratore del territorio italiano, però anche questa volta non siamo stati menzionati”. “Davvero non capisco, siamo forse figli di un dio minore? – prosegue Chiodo – Il fatto che facciamo gioco lecito quindi autorizzato dallo stato italiano ci estranea forse dal primo articolo della costituzione italiana? Forse la dicitura “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo” per noi del gioco lecito non è contemplata? Cosa hanno di diverso: sale giochi, sale dedicate slot e vlt, negozio di gioco, sale scommesse ecc. ecc. campeggi); rifugi alpini; attività fisica all’aperto; noleggio veicoli e altre attrezzature; informatori scientifici del farmaco; aree giochi per bambini;  circoli culturali e ricreativi; formazione professionale; cinema e spettacoli; parchi tematici e di divertimento; sagre e fiere; servizi per l’infanzia e l’adolescenza? Vi stupireste delle attenzioni che usiamo nei confronti dei nostri avventori, tecnologicamente siamo molto più all’avanguardia di molti altri settori in materia di dispositivi anti contagio e di distanziamento sociale. Il malcontento che nel nostro settore già esisteva si sta tramutando in rabbia per questa forma di razzismo professionale che in questi giorni sta vivendo l’intero comparto dei giochi. Personalmente – afferma Chiodo – credo che più di sicurezza qui si stia vivendo una vergognosa propaganda elettorale, in quanto nessuno dei componenti della nostra classe politica ha il coraggio di darci una data certa ove i nostri dipendenti e imprenditori possano rialzare la serranda e tornare a dare dignità al loro lavoro e alle loro famiglie. Vi esorto a mettere immediatamente nell’ordine del giorno del prossimo consiglio una data “PROSSIMA” PER LA RIPRESA DI QUESTO SETTORE CHE DA LAVORO A MIGLIAIA DI ITALIANI, italiani che hanno un’eguale diritto di qualunque altro cittadino italiano di lavorare. Essere il bancomat dello Stato – conclude Chiodo – ed essere trattati da italiani di serie b ora non ci sta più in tasca e il C.N.I. è pronto a mobilitare tutti lavoratori delle sale scommesse, sale giochi, sale da intrattenimento, esercenti di bar con annesse sale da gioco e qualunque dipendente del comparto del gioco a scendere in una manifestazione ad oltranza per difendere IL SACROSANTO DIRITTO AL LAVORO”.

La Redazione

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