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Padova a seconda ed. della settimana della prevenzione delle dipendenze e del gap

Al via la seconda edizione della Settimana della prevenzione delle dipendenze comportamentali e del disturbo da gioco d’azzardo patologico dal titolo “Cambio Gioco – Giochiamo a essere umani” promossa dall’Ulss 6 Euganea. L’evento, che gode del patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Padova, si inserisce nel progetto ‘Cambio Gioco’, finanziato dal Ministero della Salute che prevede, tra i suoi obiettivi prioritari, azioni mirate alla sensibilizzazione e alla promozione della consapevolezza di problematiche connesse al gioco d’azzardo patologico. 

Per quanto riguarda la regione Veneto, nel 2022 risultavano in carico ai Servizi per le Dipendenze 1.419 utenti con disturbo da gioco d’azzardo patologico, di questi il 16% era rappresentato dagli utenti dell’Ulss 6 Euganea.

A tal proposito Arianna Camporese, medico psichiatra, responsabile scientifico di Cambio Gioco spiega: “Una quota consistente di giocatori dal gioco fisico (in sale gioco, bar, tabacchi, etc) si è spostata su quello on line: dal 2012 al 2022, il gioco d’azzardo a distanza ha registrato un incremento del 423%. Il trend in diminuzione del gioco fisico rappresenta, probabilmente, un effetto a lungo termine della pandemia, unito alla titubanza dei cittadini affetti da Disturbo da Gioco d’Azzardo a rivolgersi ai servizi, se non quando la situazione è molto grave. Al Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 6 Euganea gli utenti in carico sono circa 250 di cui, nel 2023, 79 nuovi utenti (68 uomini e 11 donne), per la maggior parte soggetti con un diploma di scuola primaria di primo grado, coniugati e un lavoro da dipendente. Chi si rivolge ai servizi sanitari, ammettendo di aver bisogno di aiuto, rappresenta però all’incirca il 3% delle persone che presentano questo disturbo. Si stima infatti che a soffrire di disturbo da gioco d’azzardo tra Padova e provincia siano oltre 8.000 persone, che non “emergono” per paura, vergogna, stigma”.

A farle eco Vito Sava, direttore del Dipartimento Dipendenze ff, Direttore UOC Alta e Bassa Padovana: “Sappiamo che i giocatori che chiedono aiuto rappresentano solo una minima parte, e i motivi sono molteplici: si tratta di una patologia sommersa, i soggetti spesso non riconoscono di avere un problema, lo minimizzano o lo nascondono. Esiste poi uno stigma verso queste patologie, che spesso non vengono riconosciute come veri problemi di salute, ma vizi e quindi debolezze. Questa vision spesso non è solo dei pazienti, ma anche dei familiari e dell’opinione pubblica in generale. I giocatori on line, poi, presentano tempi maggiori di latenza prima di accedere ai Servizi: si rivolgono a noi in modo tardivo, quando il quadro clinico si è cronicizzato, con situazioni debitorie gravissime e dal punto di vista della salute mentale insorgenza di disturbi psichiatrici e rischio suicidario. Esiste poi una forte associazione tra disturbo da gioco d’azzardo e utilizzo di altre sostanze come alcol, cocaina e tabacco. Questo comporta tempi più lunghi di presa in carico, necessità di ospedalizzazioni, assenze dal lavoro, problemi economici con gravi conseguenze per il paziente affetto, per la sua famiglia e per la società in toto”.

“La scorsa edizione della manifestazione ha riscosso grande interesse nella popolazione e tra gli operatori del settore, tanto da spingerci a riproporre l’evento nel 2024. “Giochiamo a essere umani” si caratterizza – sottolinea il direttore sociosanitario dell’Ulss 6, Maria Chiara Corti – per una serie di incontri rivolti alla popolazione generale, in particolare agli studenti degli Istituti Superiori e agli universitari, alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori, agli assistenti sociali e operatori sanitari e più ampiamente a chiunque abbia interesse verso il campo del benessere e della prevenzione di problematiche che oggi più che mai rappresentano delle sfide importanti per la crescita e il benessere dei cittadini. Gli eventi mirano a stimolare nella cittadinanza un pensiero consapevole e partecipato su tematiche di grande interesse: dall’uso consapevole della tecnologia, sia da parte degli adulti che dei più giovani, alla salute psicologica, all’educazione, alla gestione del denaro, alla filosofia, alle neuroscienze e alle relazioni di cura”.

“I numeri ci dicono che in Italia il gioco d’azzardo in tutte le sue forme, legali e illegali, è un fenomeno che comporta imponenti costi sociali, in quanto: causa gravi crisi familiari, indebitamento e usura, favorisce la criminalità e genera dipendenza patologica. La realizzazione di progetti come Cambio Gioco, per la prevenzione, cura e riabilitazione del Gioco d’azzardo patologico è fondamentale – evidenzia in conclusione il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Paolo Fortuna – per sensibilizzare la popolazione a riconoscere comportamenti di gioco a rischio, e risulta determinante sia per aiutare la popolazione a compiere scelte più consapevoli sia per sviluppare policy adeguate al contrasto in collaborazione con gli steakeholder del territorio”.

La Redazione

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