Durissima la polemica di Riccardo Sanna, presidente dell’associazione ‘AIAF-Non t’azzardare’ sulle recenti dichiarazioni di De Siervo (https://www.pressgiochi.it/de-siervo-ad-serie-a-lega-disponibile-a-destinare-fondi-anti-gap-ma-il-divieto-non-e-efficace-contro-ludopatia/66259). L’ad della Lega A preoccupato per le ripercussioni sui club, in termini economici, provocate dal divieto di pubblicità fortemente voluto dai cinquestelle aveva dichiarato: “Una perdita annua di oltre cento milioni all’anno per i nostri club. Questa norma non si è rivelata efficace per combattere la ludopatia. La Lega sarebbe disponibile a destinare una parte dell’investimento delle società di betting ad appositi programmi di prevenzione, educazione e disincentivo al gioco patologico”.
Dichiarazioni al limite del blasfemo per Sanna che ha tuonato: “Da ex allenatore, trovo sconcertanti le parole dell’ad della Lega A, De Siervo. E lo sono ancor di più se viste con gli occhi di presidente di AIAF – Non t’azzardare. Come si può affermare, oggi, che si è pronti a stanziare un fondo anti gap quando per anni, nel calcio, non si è fatto niente? Dov’erano la FIGC e la Lega A quando noi bussavamo alla porta e nessuno apriva? Che fine ha fatto il nostro progetto presentato nel 2016 per la costituzione di un Comitato etico che prevedeva, fra l’altro, soluzioni educative per i più giovani nel contrasto all’azzardopatia? E dove sono finiti i fondi promessi tre anni fa dopo la vicenda Intralot? L’ad De Siervo non può, ora che il divieto colpisce indistintamente tutto il movimento calcistico italiano, far finta che il passato non sia mai esistito. Né possiamo, noi di AIAF, accettare che la medicina per guarire dal gap venga prescritta da chi il gap lo provoca: è un’assurdità! Il nostro progetto atto ad istituire un Comitato etico era la base, le fondamenta, la radice di quello che sarebbe stato il vero cambiamento: il fiore all’occhiello di cui andare fieri in tutto il mondo. Invece no, l’indifferenza verso i più deboli l’ha fatta da padrone, mentre la “macchina del calcio” intraprendeva strade senza uscita: lo sapevano tutti. Noi abbiamo scritto decine di mail al mondo del calcio senza mai ricevere risposta. Eravamo preoccupati, addolorati. E proprio in quel silenzio assordante le persone, gli anziani, i giovani si sono affogati. L’ad De Siervo parla tranquillamente di 100 milioni come se, invece, la vendita di case, macchine, ricordi, terreni, affetti, amore e dignità fosse qualcosa di stupido o marginale. Lo sport è altro. Deve essere altro! L’aiuto all’altro è il gioco di squadra! E non la pacca sulla spalla dopo aver preso il pallone al più piccino per ridarglierlo, poi, sgonfio…”
La Redazione