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Schiavolin (Snaitech): “Più che dimenticati, siamo stati penalizzati”

Ci sarebbe una lucida volontà alla base della scelta del Governo di non far ripartire ancora il gioco dopo l’emergenza Covid-19. A sostenerlo è Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, in un’intervista a Il Sole 24Ore “Più che dimenticati, siamo stati penalizzati. Non credo che la nostra ripartenza agli ultimi gradini delle attività produttive sia una casualità”. Come tutte le imprese della filiera italiana del gioco, Snaitech è chiusa dall’8 marzo. E da allora a oggi ha registrato una contrazione dei ricavi pari all’85 percento, in linea con la media del mercato.”Oggi le nostre uniche entrate sono garantite dalle attività online”, spiega Schiavolin, che aggiunge: “L’attività online ci sta consentendo di ridurre le perdite e mantenere il bilancio in parità, ma non potremo sopportare questa situazione per molto tempo ancora. A questo si aggiunga il fatto che stiamo anticipando la cassa integrazione a più di 600 dipendenti”. “Noi siamo pronti per ripartire in sicurezza. Le nostre associazioni di categoria hanno redatto protocolli condivisi anche dai sindacati, che prevedono ingressi contingentati nel punto vendita previa misurazione della temperatura, sanificazioni di tutti gli ambienti, distanziamento fisico ottenuto anche per mezzo di barriere e uso obbligatorio di dispositivi di protezione individuale sia per gli operatori che per i clienti.
Nonostante questo, sebbene ci aspettassimo di essere inseriti nella ripartenza del 3 giugno, apprendiamo che al momento la ripresa del nostro settore non è prevista nemmeno nella finestra del 15 giugno”, rimarca l’Ad.”L’offerta sportiva (con la ripresa dei maggiori campionati di calcio europei e anche di quello italiano, Ndr) sta per tornare a regime, non vediamo motivo per tenere chiuso un intero comparto. Anche perché, quando l’offerta legale viene a mancare molto spesso la domanda viene compensata da attività di gioco illegali”.

La Redazione

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