Modena – “Il banco vince sempre”, ma per averne la consapevolezza occorre sapere come funzionano i meccanismi del gioco d’azzardo, così come per evitare l’azzardopatia è utile conoscere i procedimenti psicologici che portano alla dipendenza. Nasce così “Se gioco non azzardo: comprendere l’azzardopatia per evitarla” il progetto finanziato dalla regione Emilia Romagna, pensato dall’Ufficio politiche per la legalità e le sicurezze, Palestra digitale Make It Modena del Comune insieme all’Istituto comprensivo 1, sarà illustrato alle scuole (https://www.comune.modena.it/genitori-a-modena/notizie/se-gioco-non-azzardo-comprendere-lazzardopatia-per-evitarla)
Il progetto coinvolgerà complessivamente circa 1500 ragazzi (delle classi seconde o terze) e i loro docenti: si lavorerà sui meccanismi del gioco d’azzardo e della dipendenza attraverso la realizzazione, da parte dei ragazzi, di un gioco d’azzardo. Ciò consente all’esperto di analizzare insieme a loro il funzionamento delle diverse tipologie di gioco d’azzardo e i meccanismi psicologici in azione: l’illusione di controllo, la fallacità del giocatore, la quasi vincita, la compulsività. Analizzando i meccanismi dell’azzardo si potranno toccare anche aspetti sociali del fenomeno, dove la valuta utilizzata non è euro o bitcoin, ma dati personali. Il progetto prevede infatti uno specifico percorso sperimentale sulla gestione dei dati personali: “Se gioco FORSE non azzardo!”, che presta un’attenzione particolare all’uso che App game e siti di gioco on line fanno di informazioni personali spesso richieste durante l’attività di gioco per ottenere bonus o superare livelli. I dati sul gioco d’azzardo tra i minorenni sono preoccupanti: dalla ricerca “Giovani e gioco d’azzardo: abitudini, motivazioni e approccio” svolta da Nomisma spa per il Comune di Modena emerge che un giovane su due gioca o ha giocato a giochi di fortuna e azzardo. L’indagine, condotta nell’ambito dell’Osservatorio Gioco e giovani istituito da Nomisma e Università di Bologna, ha interpellato a Modena 384 ragazzi tra i 14-19 anni di età frequentanti sei istituti superiori cittadini. È risultato, tra l’altro che tra le motivazioni d’ingresso al gioco ci sono soprattutto la curiosità (per il 26% degli studenti intervistati) e il caso (per il 21%), ma anche gli amici (9%) o la famiglia (6%) che già giocavano e i bonus che si trovano su internet (2%).
La Redazione