Riparte nel trevigiano il progetto GAP – Gioco d’Azzardo Patologico di CEIS Treviso in coprogettazione con l’ULSS2 Marca Trevigiana. Si ritorna nelle scuole, nello specifico in due classi dell’Istituto I.P.S.A.S.R. Cerletti di Piavon di Oderzo con una narrazione frontale dell’argomento, accompagnata da un’attività laboratoriale di gruppo; 17 le classi coinvolte in tutta la Marca da qui alla primavera 2024 a fronte di una richiesta ben più ampia.
Ogni classe sarà protagonista di un intervento di 6 ore, suddiviso in tre appuntamenti. Il primo incontro prevede una panoramica sul gioco d’azzardo e i suoi fattori di rischio, mentre il secondo si concentra su false credenze, calcolo delle reali possibilità di vincita e pressioni dei pari che possono condurre all’abuso; il terzo e ultimo ha come argomenti la prevenzione e protezione dalla ludopatia e invita ragazzi e ragazze alla partecipazione al concorso creativo tematico con la realizzazione di produzioni e materiali per promuovere tra i loro coetanei uno stile di vita libero dal gioco d’azzardo. I lavori saranno presentati in occasione dell’incontro conclusivo nella primavera 2024. Non solo: CEIS Treviso ha previsto altri incontri della durata di 4 ore rivolti questa volta ai gruppi territoriali di adulti significativi per giovani adolescenti, quali insegnanti, genitori, associazioni e agenzie educative in generale.
“Siamo certe che anche quest’anno incontreremo ragazzi e ragazze curiosi e sensibili a questa tematica, di cui sanno ancora poco ma che cominciano a conoscere” spiegano le dottoresse Ilaria Gastaldo e Martina Fighera di CEIS Treviso. “Da tutti i nostri incontri emerge chiaramente un bisogno di confronto degli adolescenti sui temi delle dipendenze e una richiesta di ricevere gli strumenti giusti per difendersene, soprattutto considerando la pressione che i pari possono esercitare su di loro. Come sempre crediamo che la prevenzione in tema di abuso patologico sia la migliore arma possibile contro questa problematica ancora molto presente all’interno della nostra società”.
La Redazione