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Umbria, gioco d’azzardo: giovani tra i 15 e 19 anni a rischio gap

“Il gioco d’azzardo e altri comportamenti a rischio tra i giovani: il quadro regionale e le possibili strategie d’intervento”.  Si intitola così il convegno tenutosi nella sala del Consiglio del Palazzo della Provincia di Perugia, basato sui dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche da cui è emerso che quasi il 57% degli studenti umbri, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno.

I dati risultano in linea con quelli osservati a livello nazionale e, in generale, sono soprattutto gli studenti di genere maschile, nel 2022 erano il 57,4% contro il 43,8% femminile, a riferire di aver praticato giochi d’azzardo. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che giocano d’azzardo raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni. Per tutte le età sono soprattutto i ragazzi a riferire di aver giocato nell’ultimo anno con differenze di genere più marcate tra i 17enni, 57,1% maschi contro il 39,8% donne, con una media del 48,8%. Fatta eccezione per gli anni della pandemia, la prevalenza di gioco d’azzardo risulta in crescita dal 2017 e l’andamento regionale risulta in linea con quello nazionale.

In Umbria, nel 2022, il 9,3% degli studenti giocatori nell’anno presenta un profilo di gioco a rischio mentre il 5,4% problematico: sono soprattutto i ragazzi e, nel caso del profilo “problematico”, le percentuali maschili risultano quasi triple rispetto a quelle femminili. 

Per quanto riguarda il piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo in questi anni è stato strutturato un sistema di servizi ed interventi in ambito sociosanitario aperto al territorio e di carattere proattivo aprendo, ad esempio, una cabina di regia regionale, individuando dei centri di riferimento regionali, formando operatori, creando una rete di punti di prima accoglienza, promuovendo la salute nel setting scolastico ed extrascolastico, realizzando un marchio no slot e aprendo un numero verde. È stato rafforzato il sistema di servizi e valorizzata la centralità del ruolo dei Comuni istituendo, ad esempio, tavoli integrati tra distretti sanitari e zone sociali, un monitoraggio epidemiologico, iniziative di confronto interregionale. Sono state avviate delle attività nelle zone sociali creando una rete territoriale con le associazioni, attivando unità di strada, punti di ascolto ed info point, realizzando una mappatura e geolocalizzazione dei luoghi di gioco per fotografare le città, organizzando iniziative pubbliche di presentazione e processo al gioco d’azzardo e giornate di divulgazioni e di recupero dei giochi tradizionali. Nei prossimi anni sono previste varie azioni come il potenziamento dell’integrazione sociosanitaria ed innovazione degli interventi, creare nuove campagne di comunicazione dedicate a target riconoscibili, creare un vero e proprio brand, allargare il metodo del tavolo integrato agli altri programmi regionali, coinvolgere le associazioni di categorie e forze dell’ordine per sensibilizzare e ridurre i luoghi di gioco ed implementare il marchio “no slot”.

La Redazione

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