Teo Vignoli, medico e direttore dell’Unità Operativa delle dipendenze patologiche dell’Ausl Romagna ha lanciato l’allarme sulla dipendenza da gioco d’azzardo nel riminese, dove, nel post Covid, il numero di giocatori patologici è in costante crescita. Ed è per questo motivo che grazie alla collaborazione tra Comune di Rimini, Ausl Romagna e le associazioni del territorio è stato avviato il nuovo percorso realizzato nell’ambito del ‘Piano Locale contro il Gioco d’azzardo’.
Nel periodo pre-pandemico (2017), nel solo Comune di Rimini la spesa pro capite in gioco d’azzardo corrispondeva a 1798 euro. Un dato che collocava Rimini al 557 posto, su 7954 comuni italiani, nella classifica generale per spesa pro capite. Considerando le città delle stesse dimensioni – sempre nella stessa classifica – Rimini risulta al posto numero 27 su 130 comuni (fra i 50 mila e i 200 mila residenti).
“Nel 2022 abbiamo assistito a un aumento del gioco d’azzardo in tutta Italia, raggiungendo una raccolta totale di 131 miliardi di euro, che corrisponde a una media di 2000 euro giocati a testa – spiega il primario Teo Vignoli -. Se il gioco fisico è aumentato del 22% rispetto al 2021, il dato ancora più preoccupante è sul gioco on line che nel 2022 è incrementato del 137% rispetto al 2021. Una pratica difficile da contrastare e disponibile ovunque ci sia una connessione internet e attiva 24 ore su 24”.
Anche l’Emilia-Romagna non è esente da questo trend, con un 41% di giocatori sulla popolazione generale, di cui il 2% considerato a rischio medio-alto. “Questo significa che, in Romagna, le persone a essere interessate sono circa 20.000” spiega lo specialista. “In particolare, i maschi giocano d’azzardo più delle femmine e circa 1 minorenne su 5 gioca d’azzardo illegalmente prima di raggiungere la maggiore età – aggiunge Vignoli -. Lo spostamento del gioco on-line complica ulteriormente gli intrecci che ci sono tra Gap e dipendenza da internet, soprattutto nelle fasce più giovani. La vera sfida al Gap è sul territorio: gli accessi alla nostra rete dei servizi sono in progressivo aumento, ma non basta. Ancora troppi giocatori non chiedono aiuto, non si fanno affiancare da esperti. L’intercettazione precoce è uno degli obiettivi primari, su cui stiamo lavorando con determinazione, forti anche di una proficua collaborazione pubblico-privato che ci ha permesso ad oggi di raggiungere importanti traguardi”.
