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Calabria, rinviato voto su modifica legge gioco d’azzardo per mancanza numero legale

Bagarre in aula e seduta sospesa per mancanza di numero legale. E’ quanto avvenuto in al Consiglio Regionale della Calabria nel giorno in cui si sarebbe dovuto votare per la proposta di legge ‘Modifiche all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza)'”‘. La pdl introduce una modifica alle norme in materia di contrasto al gioco d’azzardo. Respinto, prima dello scioglimento della seduta che è stata rinviata a data da destinarsi, l’emendamento dell’opposizione sulla chiusura delle sale a mezzanotte. La proposta di legge era stata presentata ad ottobre, a pochi mesi di distanza dal sì del consiglio regionale alla proroga dell’entrata in vigore della legge sul gioco in Calabria fino al 31 dicembre di quest’anno e prevede l’abolizione del distanziometro retroattivo –  che diventa valevole solo per le attività di gioco autorizzate dopo il 3 maggio 2018 –  nonché la possibilità per i  Comuni di disporre con ordinanza sindacale, le fasce orarie consentite per l’esercizio del gioco tramite gli apparecchi. Nel dibattito che ha preceduto la fine della seduta, le opposizioni di sono dette fortemente contrarie alla proposta di modifica, mentre il consigliere Giacomo Pietro Crinò si dice “convinto che con l’approvazione di questo testo si esce da un limbo. Oggi vedremo la legge sul gioco dispiegare i suoi effetti, la situazione rispetto al 2018 è certamente mutata ed è mutata anche la maggioranza.
 Noi di coscienza ne abbiamo, fin troppa. Stiamo cercando di ragionare nell’ottica di un giusto contemperamento: è corretto cambiare le carte a partita avviata? Mettiamoci nei panni di chi aveva sostenuto investimenti importanti. Mi pare una questione di buon senso, oltre che di diritto”.

Amalia Bruni (Misto) nel corso della seduta: “Vi prego fermatevi, mettete da parte queste modifiche. Altre regioni d’Italia hanno approvato misure di contenimento”.

Lo Schiavo Antonio Maria (De Magistris Presidente) ha invitato i consiglieri a non votare la norma. “La Calabria non può permettersi di allentare le maglie al gioco d’azzardo. Serve un attimo di riflessione, su leggi come questa che hanno valore simbolico”, ha detto annunciando il voto negativo del Gruppo.

Giacomo Pietro Crinò, (Forza Azzurri), firmatario della proposta ha dichiarato:  “Sono convinto che con l’approvazione di questa legge si esce da un limbo. Con il voto favorevole oggi noi vedremo la legge in questione spiegare i suoi effetti. Dal 2018 ci sono stati 4 anni di proroghe. La situazione è mutata. È mutata la maggioranza politica, Ci è stato rivolto un invito ad abbandonare la legge, come se incentivassimo il gioco d’azzardo. Io ritengo che non ci sia alcun invito da rivolgerci alla coscienza. Ci permettiamo di aver compreso che le questioni recepite dai colleghi di minoranza sono tre. La data di decorrenza di efficacia: questa maggioranza non sta avallando una pratica illegale, ma un giusto contemperamento che un legislatore deve fare. È corretto cambiare le carte a partita avviata? Mettiamoci nei panni di chi aveva fatto investimenti importanti e dopo 4 anni dire che questi imprenditori erano fiori norma. E invece non deve essere così. Ecco spiegata la data del 2018 a partire dalla quale entrano in vigore le norme. Poi il tema: si è dato il cerino in mano ai sindaci. Ma davvero credete sia così. È qualcosa di regolamentato alle leggi, sarà il sindaco a stabilire l’orario di funzionamento più congruo al territorio. Non ci devono essere esercizi pubblici buoni o cattivi. Qui non ci sono lobby, ma c’è buon senso. C’è la necessità di non far sentire discriminati esercenti piuttosto che altri. Io conosco la normativa stringente a cui sono sottoposti. Il terzo elemento è il ‘famoso’ distanziometro. Ci siamo trovati una legge che faceva distinzioni in base al numero degli abitanti del Comune. Che senso ha una norma di questo genere. Noi – chiosa Crinò – abbiamo stabilito una sola distanza dei punti di gioco dai luoghi sensibili. È una operazione di equità e di uniformità per tutti. Non siamo ipocriti, basta un cellulare per giocare, ovunque ci si trovi. Anche all’interno delle scuole. Non stiamo scoprendo norme nuove, abbiamo replicato leggi regionali di altre Regioni, tra cui il Piemonte. Il tenore della legge ricalca quello che in altre Regioni è già stato fatto”.

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