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Dati Ires: il gioco in Piemonte non diminuisce ma si sposta su altre tipologie di intrattenimento

Secondo lo studio di Ires Piemonte, realizzato su dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a un anno dall’entrata in vigore della legge regionale antiludopatia, il gioco in Piemonte è in calo. Calo ovviamente prevedibile, visto che il distanziometro disposto dalla legge ha in pratica tagliato la quasi totalità delle slot negli esercizi pubblici.”È inevitabile che dimezzando l’orario di accensione delle macchine si dimezzino anche le giocate, ma ciò non significa un calo del gioco in generale, bensì uno spostamento su altre tipologie di intrattenimento” ha dichiarato a tal proposito il presidente Astro, Massimiliano Pucci.Infatti, un’analisi più accurata dei dati consente di rilevare come, nell’ambito di un calo complessivo (si passa da 5,1 miliardi nel 2016 a una stima di 4,6 miliardi nel 2018), cresca la raccolta complessiva degli altri giochi, non toccati dalla legge regionale. Sembra quindi di capire che i giocatori si stiano “spostando” da un gioco all’altro, senza che gli obiettivi fissati dalla legge contro le derive patologiche siano realmente centrati. Secondo la ricerca Ires, il volume riguardante i giochi su rete fisica (esclusi gli apparecchi), è passato dai 3 miliardi circa del 2016 a oltre 3 miliardi e mezzo nel 2018. Senza contare la crescita accelerata del gioco online: la spesa di gioco sui canali web (al netto delle vincite) è passata dai 58,7 milioni del 2016 ai 94,6 stimati per il 2018. E ovviamente, mentre gli effetti della legge mettono a serio rischio migliaia di posti di lavoro nei punti di gioco e negli esercizi pubblici, nessun distanziometro è applicabile alla rete.

La Redazione

 

 

 

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