La confisca è stata disposta dalla Corte d’Appello di Bologna, fa sapere Agipronews, in seguito alle indagini nell’ambito dell’operazione “Black Monkey”, partita nel 2013 e che ha fatto luce «sulle modalità di infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo, nello specifico settore del gioco on-line illegale portando, recentemente, alla condanna di 23 imputati a complessivi 175 anni di pena, riconoscendo per 14 di loro la sussistenza del delitto associativo mafioso».
L’uomo – secondo le indagini patrimoniali del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) – era coinvolto «sia in azioni intimidatorie ed estorsive per il recupero dei crediti illeciti sia in ordine alla sua volontaria e consapevole intestazione fittizia di beni (fabbricati, società e autovetture) il cui reale dominus era il noto boss Nicola Femia».
C.C.L «era uno degli uomini di fiducia della famiglia Femia nel campo del gioco online illegale e non aveva redditi fiscalmente denunciati fino al 2008, cominciando a dichiarare entrate d’impresa solo nel 2009 quando è divenuto l’apparente titolare di una ditta operante nel settore del gioco».
A. Bargelloni