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Gioco illegale, GdF Bologna confisca beni per 400mila euro ad affiliato ‘ndrangheta

Un «tenore di vita del tutto incoerente», con redditi che provenivano dalle «attività criminali del clan»: è quanto emerso nel corso delle indagini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, che ha confiscato oltre 400mila euro a C.C.L., «uno degli “uomini di fiducia” del noto boss della ‘Ndrangheta Nicola Femia, condannato in via definitiva per associazione per delinquere, estorsione, intestazione fittizia di beni e frode informatica».
Tra i beni confiscati «un appartamento sito a Lido Adriano, in provincia di Ravenna, e di una Mercedes classe A, già sottoposti a sequestro preventivo, perché di valore sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente percepiti».

La confisca è stata disposta dalla Corte d’Appello di Bologna, fa sapere Agipronews, in seguito alle indagini nell’ambito dell’operazione “Black Monkey”, partita nel 2013 e che ha fatto luce «sulle modalità di infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo, nello specifico settore del gioco on-line illegale portando, recentemente, alla condanna di 23 imputati a complessivi 175 anni di pena, riconoscendo per 14 di loro la sussistenza del delitto associativo mafioso».

L’uomo – secondo le indagini patrimoniali del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) – era coinvolto «sia in azioni intimidatorie ed estorsive per il recupero dei crediti illeciti sia in ordine alla sua volontaria e consapevole intestazione fittizia di beni (fabbricati, società e autovetture) il cui reale dominus era il noto boss Nicola Femia».

C.C.L «era uno degli uomini di fiducia della famiglia Femia nel campo del gioco online illegale e non aveva redditi fiscalmente denunciati fino al 2008, cominciando a dichiarare entrate d’impresa solo nel 2009 quando è divenuto l’apparente titolare di una ditta operante nel settore del gioco».

A. Bargelloni

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