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Napoli, estesi ai corner i limiti orari. Panini: “Ludopatia, il primo colpevole si chiama Stato italiano”

Va giù duro l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Enrico Panini che nell’ultimo consiglio comunale: “Il primo colpevole circa l’attuale situazione si chiama Stato italiano, un sepolcro imbiancato che mentre parla di ‘pericolo ludopatia’ usa l’offerta di gioco come una importante fonte di finanziamento. Ci sono tre grandi poteri economici che condizionano le scelte vere nel nostro Paese: il sistema bancario, le assicurazioni e il mondo del gioco”. Esaminata la delibera di iniziativa consiliare che, con primi firmatari i consiglieri dei Verdi, Buono e Gaudini, propone alcune modifiche al regolamento sulle sale da gioco e giochi leciti approvato dal consiglio nel 2015. La proposta mira a contrastare la ludopatia riducendo l’offerta di gioco in città, estendendo ai “corner” la disciplina che il regolamento applica alle sale giochi, ad esempio, il limite orario e la distanza dai punti sensibili. La proposta prevedeva anche una diversa articolazione degli orari di apertura delle agenzie per la raccolta di scommesse adeguandoli al calendario delle diverse manifestazioni sportive oggetto di scommesse. Sugli orari, la commissione ed i presentatori della proposta hanno deciso di non modificare il regolamento. Nonostante tre ricorsi contro il regolamento comunale, il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità del provvedimento, valutando positivamente l’estensione del regolamento ai corner come contrasto alla ludopatia. L’assessore Panini ha sottolineato come la dipendenza da gioco d’azzardo rappresenti “un grave fenomeno nella nostra regione, in particolare per i tanti adolescenti che coinvolge ed è un tema delicato sul quale il Comune di Napoli è stato tra i primi ad intervenire e sarà il primo, con le modifiche proposte, a regolamentare anche i corner. Il giudizio mette anche in condizione il Comune di eliminare la concorrenza sleale dei punti gioco nei confronti delle sale scommesse regolamentate. La stessa posizione, però, rende a questo punto inopportuna, a causa dei ricorsi possibili, la rimodulazione oraria di cui pure si era discusso in diversi incontri con le associazioni rappresentative della categoria delle sale gioco. E’ urgente sollecitare una disciplina nazionale per rimediare alla forte contraddizione di uno Stato che tutela la salute e, contemporaneamente, favorisce i giochi, anche quelli di minore rilevanza che, comunque, inducono una patologia gravissima, la malattia del gioco”.

D. Pellegrino

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