La tassazione adottata fra il 2005 e il 2013 dal Governo britannico per le Fobts – i terminali di gioco a quota fissa che consentono di puntare su eventi virtuali – è iniqua e i bookmaker potrebbero chiedere dei rimborsi miliardari: è quanto ha stabilito una sentenza di primo grado, vinta dall’operatore Betfred.
Secondo i giudici, la tassazione sui terminali ha violato i principi di equità fiscale, dal momento che gli stessi giochi, proposti online o nei casinò fisici, non erano sottoposti a un prelievo analogo: oltre al 15% di tasse sul margine, i profitti venivano ulteriormente tassati con un’Iva al 20%. Dal 2013 in poi l’Iva è stata eliminata, portando però il prelievo fiscale sui ricavi al 20%, innalzato successivamente al 25%.
L’Her Majesty Revenue & Custom – l’ufficio del fisco del Regno Unito – non ha ancora reso noto se appellerà la sentenza, che potrebbe costare parecchio: il solo Betfred potrebbe ricevere rimborsi per 100 milioni di euro, la stima riportata all’intero settore sarebbe superiore al miliardo. Nel periodo in questione gli operatori avrebbero pagato in tasse oltre 9 miliardi di euro in tasse derivanti dalle macchine.
Proprio le Fobts sono di recente state al centro di un acceso dibattito: il Governo ha deciso di tagliare le puntate massime e fissare un tetto a due sterline, ma ha concesso agli operatori due anni di tempo per adeguarsi alle nuove norme.
Il taglio alle puntate non sarà operativo prima del 2020: l’esecutivo avrebbe deciso di spostare l’entrata in vigore della misura così da permettere l’adeguamento tecnologico delle macchine e dare agli operatori il tempo di ammortizzare i minori introiti.
Fonte: Agipronews, A. Bargelloni