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Matera: 150mila euro di sanzioni per gioco d’azzardo illegale

Oltre 3mln alla Toscana per il contrasto Gap

Secondo quanto stabilito lo scorso agosto in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, è di 3 milioni e 154 mila euro la quota del fondo sanitario indistinto destinato alla Toscana per la realizzazione di interventi di contrasto al gioco d’azzardo patologico.
L’importo è stato distribuito fra le tre Aziende sanitarie sulla base della popolazione residente nella fascia di età 15-74 anni: alla Toscana Centro (dove ricade il Valdarno fiorentino) è andato 1 milione 370 mila euro; alla Toscana Nord-Ovest 1 milione 80 mila euro, alla Toscana Sud-Est (con il Valdarno aretino) 700 mila euro.

Una somma che, in chiusura del 2018, è stata ripartita fra le tre Aziende sanitarie toscane, con una delibera presentata dall’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata dalla giunta regionale nell’ultima seduta.

“In Toscana – ha spiegato Stefania Saccardi, assessore regionale al Diritto alla Salute e al Sociale – sono stati fatti tanti passi avanti sul versante del contrasto alla ludopatia. Abbiamo approvato una legge regionale nel 2013, avviato numerose azioni di informazione, prevenzione, formazione, ricerca e monitoraggio, indirizzate soprattutto ai giovani, e dato vita ad un Piano regionale di contrasto. A settembre abbiamo anche presentato un logo ‘No Slot’ destinato agli esercizi pubblici e ai circoli. Contiamo, attraverso il potenziamento del sistema di assistenza territoriale dedicato a questa patologia, di migliorare numeri purtroppo abbastanza allarmanti”.

Le Aziende inoltre si impegnano, entro la fine del 2019, a presentare una relazione in cui vengono indicate le attività di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo patologico, realizzate nel 2018, evidenziando, tra le altre cose, le azioni di potenziamento dei servizi pubblici di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette dal disturbo; il numero di pazienti in carico ai servizi territoriali; quelli inviati in strutture residenziali o semi-residenziali per svolgere un programma terapeutico; il numero di operatori formati tramite corsi attivati direttamente dall’Azienda o di livello regionale e nazionale. Le stesse Aziende sanitarie dovranno infine presentare anche una rendicontazione contabile riepilogativa dei costi sostenuti per le attività svolte.

La Redazione

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