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Celin ai ministri: “Sequestro cautelativo scuderie del Breda”. Dalla Costa: “Adesso basta”

Pare non potersi placare la querelle tra Sergio Celin, portavoce del comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, e il gruppo Coppiello, gestori dell’ippodromo Breda di Padova. In seguito all’ultima denuncia di Celin (http://cifonenews.comma3.com/celin-denuncia-la-drammatica-situazione-del-breda-con-foto/)di mala gestione della struttura ippica, non sorvegliata, aperta a tutti, i cancelli del Breda pare si siano chiusi: ma solo per Celin. Il portavoce padovano tuttavia questa volta va giù duro e chiede ai ministri Speranza, Bonafede, Spadafora e al sottosegretario L’Abbate “l’immediato sequestro delle scuderie dell’impianto”. Celin si dice ormai impossibilitato ad andare “a trovare i cavalli” per cui non può assicurarsi del loro benessere. Per questo chiede “l’immediato sequestro delle scuderie dell’Ippodromo Breda di Padova perchè: non mi risulta siano stati effettuati dei controlli veterinari senza preavviso, nell’imminenza dell’inizio delle corse, per evitare di presentare in corsa dei cavalli zoppi o debilitati fisicamente. Perchè i veterinari sono quasi del tutto ASSENTI nel corso degli allenamenti quotidiani che i cavalli effettuano nel centro di allenamento all’interno dell’Ippodromo “Breda”, considerato che il gestore riceve sovvenzioni pubbliche dal Mipaaf? Ogni cavallo in stallo nelle scuderie del Breda – spiega Celin nella missiva ai ministri – dovrebbe avere a disposizione un paddock di circa 1000 metri quadrati; i box dovrebbero essere tutti dotati di abbeveratoi automatici; di un continuo ricambio di aria e di molta luce, importantissima per il cavallo; il pavimento dovrebbe essere dotato di un buon isolamento termico, oltre a essere dotati di un recinto esterno, per la ventilazione dello spazio ,tutte cose che in gran parte non esistono al Breda! L’Art.17 del codice deontologico veterinario recita che il medico veterinario ippiatra deve svolgere la sua professione in ambienti e contesti adeguati e organizzati, in termini di mezzi alla complessità della prestazione. Per questo qualcuno dovrebbe spiegarmi come tutto ciò sia possibile, in un contesto come le scuderie dell’Ippodromo Breda dove, a disposizione dei veterinari non esiste neppure un ago per poter soccorrere un cavallo che rimane ferito o fratturato in gara o durante un allenamento? Come può un veterinario ippiatra adempiere al proprio lavoro all’interno dell’Ippodromo Breda se privo di ogni minima struttura sanitaria, senza rischiare di incorrere nel reato di “MALASANITA’ ANIMALE, violando tutte le più elementari regole di correttezza deontologica? Come può un veterinario ippiatra ottemperare senza mezzi adeguati allo scopo (art.32 del codice deontologico veterinario), dove corre l’obbligo di informare il proprietario del Cavallo sulle condizioni cliniche dell’animale e sulle soluzioni terapeutiche possibili, la cui inosservanza potrebbe venire considerata, come un “illecito” professionale? Chiedo pertanto – conclude Celin – il sequestro cautelativo delle scuderie (con obbligo di assistenza per i cavalli in stallo!) dell’Ippodromo Breda di Padova, in quanto le ritengo non conformi ai requisiti minimi per garantire l’incolumità e il benessere dei cavalli, oltre a quello dei lavoratori ippici”.

Immediato il dissenso di chi invece pare non ravvedere nessun deficit di gestione dell’ippodromo. Uno fra tutti, Lucio Dalla Costa, che più volte ha preso le distanze dalle denunce di Celin e che sul suo profilo Facebook scrive: “Io credo e chiedo a Paolo Coppiello se posso organizzare una riunione alle scuderie invitando il Celin. Credo che adesso basta”.

Invito a un confronto, tra l’altro, più volte proposto dallo stesso Celin ma sempre bypassato (http://cifonenews.comma3.com/celin-invita-dalesio-bellanova-e-lintero-mondo-dellippica-a-un-confronto-nelle-scuderie-del-breda/). E a tal proposito Celin fa sapere: “Magari, sono anni che aspetto di incontrare Coppiello e Dalla Costa, nella speranza, finalmente, che ne possa uscir fuori qualcosa di utile e costruttivo per tutti i lavoratori ippici e non ultimi, per i cavalli presenti nelle varie scuderie del Breda”.

Sarà la volta buona?

D.P.

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