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Djokovic rimane in Australia, ma il governo potrebbe ribaltare la decisione del giudice

Continua il game Novak Djokovic-Australia. Questa volta il punto va al campione del mondo di tennis autorizzato a lasciare il famigerato Park Hotel e iniziare a Melbourne la preparazione per gli Australian Open. “Una decisione irragionevole” è stata la sentenza rapidissima del giudice Kelly che ha disposto l’annullamento della decisione dell’ufficiale dell’Australian Border Force che aveva cancellato il visto di Djokovic, disponendo il suo rilascio entro 30 minuti. Il giudice ha disposto che al numero 1 al mondo venga riconsegnato immediatamente il passaporto e gli effetti personali. Come riporta la Gazzetta dello Sport, nella motivazione del giudice si legge che “se Djokovic avesse avuto più tempo per consultare i suoi legali, avrebbe risposto in maniera più chiara al Border Force”. Ricordiamo che il tennista serbo, notoriamente negazionista e no vax, era partito per l’Australia con un’esenzione medica, per poi essere fermato per ore in aeroporto. In seguito agli scrupolosi controlli della polizia australiana il serbo si era visto respingere il visto e costretto ad alloggiare al Park Hotel insieme ad immigrati ritenuti irregolari dal governo australiano. Una vicenda che ha fatto discutere l’opinione pubblica di tutto il mondo, segnando sempre più il solco tra no vax e vaccinati. Tuttavia la vicenda non sembra del tutto conclusa: un avvocato del governo ha fatto sapere che l’Australia può ancora ordinare l’espulsione di Djokovic dal Paese. “Non vi è alcun suggerimento che il ricorrente (Djokovic, ndr) abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo”. È’ quanto si legge nella memoria scritta presentata dal ministro dell’interno Karen Andrews.

La Redazione

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