Il decreto Dignità con lo stop alla pubblicità di giochi e scommesse rischia di arrecare grossi danni economici. Basti pensare che solamente in Serie A le aziende di gioco investono 35 milioni di euro l’anno che andrebbero persi, o meglio dirottati su altri campionati europei, in cui non esiste divieto di sponsorizzazione come Spagna o Inghilterra. E’ il caso di Marathonbet: il bookmaker ha deciso di abbandonare la Lazio e puntare sulla Spagna, andando a sponsorizzare la maglia del Siviglia. Grosso danno economico anche per la Roma. La squadra ha iniziato questa mattina gli allenamenti della nuova stagione a Trigoria senza il marchio Betway sulle divise da allenamento. Dopo un solo anno di sponsorizzazione i giallorossi sono stati costretti ad interrompere il contratto triennale con l’Exclusive Training Kit Partner a causa del Decreto Dignità, perdendo circa 5 milioni a stagione. Stessa sorte per 14 società di serie A che hanno tra gli sponsor ufficiali aziende di gioco pubblico. Infatti, l’articolo 9 della legge n.96 del 2018, voluta dal ministro del lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, vieta qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse, nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo. In gioco ci sarebbero milioni di euro. Secondo uno studio della Nielsen Sports football industry analysis il settore dei giochi, in particolare i marchi legati alle scommesse sportive e alle lotterie, negli ultimi 10 anni hanno garantito sponsorizzazioni per 633 milioni di dollari, per i sei maggiori campionati europei, considerando i “jersey sponsor”, ovvero le sponsorizzazioni di maglia. Tanto hanno incassato i club di Premier League, Serie A, Liga, Ligue 1, Bundesliga ed Eredivisie. Ragionando esclusivamente sul betting, nelle ultime 6 stagioni, tra il 2012 e il 2017, le scommesse hanno garantito introiti ai 6 campionati maggiori per 96 milioni di euro, con una crescita del +14%. Ora con il Decreto Dignità e lo stop alla pubblicità di giochi e scommesse rischiano tuttavia di mandare in fumo sponsorizzazioni e pubblicità, con danni economici non indifferenti.
La Redazione