La polemica relativa alla Loot box e al gioco d’azzardo pare non placarsi, anzi è stata persino la Chiesa anglosassone se non Alan Smith, il vescovo di St. Albans, a criticare fortemente tali pratiche, chiedendone la rimozione dai videogiochi. Inoltre, stando a quanto dichiarato dallo stesso Smith le società videoludiche stanno colmando i videogiochi di dinamiche pericolose tanto per i bambini quanto per gli adulti.
Vescovo Smith: ‘I videogiochi non sono strumenti per fare profitti’
Secondo quanto riporta Tom’s Hardware, il vescovo Smith ha chiesto di vietare le Loot box dichiarando a gran voce: “I videogiochi dovrebbero essere strumenti d’avventura e di scoperta e non dovrebbero essere usati per fare profitti ai danni dei bambini”. Il suo richiamo è giunto dopo che la settimana scorsa, il Comitato per la selezione della cultura ha sostenuto che l’escamotage nella legislatura sul gioco d’azzardo nel Regno Unito, il quale permette di vendere le Loot box ai minori, dovrebbe essere fermata. A seguito di una ricerca sulle tecnologie che attuano dipendenza, i deputanti hanno raccomandato che tutti i giochi includono Loot box e simili, siano sicuramente classificati come gioco d’azzardo e con un PEGI 18. Oltre al vescovo Smith, anche la Digital, Culture, Media and Sport Committee si è scagliata contro le casse premio aizzando la polemica.
Chi ha preso le difese delle Loot box
Però c’è stata un’importante “voce controcorrente” che ha preso le difese delle Loot box: Electronics Arts le ha definite come “delle Macchine a sorpresa” equiparandole ai famosi ovetti Kinder. Quindi secondo questa società ludica le macchinette in questione non costituiscono un pericolo per i minori. Tale commento però non è stato affatto apprezzato dal resto del mondo.
Katia Di Luna