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A Ponte di Piave restrizioni su qualsiasi tipo di gioco. Gli esercenti ricorrono al Tar: “Divieto sì, ma solo per le slot”

Dure restrizioni a Ponte di Piave, comune in provincia di Treviso, riguardanti qualsiasi tipo di gioco, anche i Gratta&Vinci. E’ questo il motivo del ricorso al Tar, notificato lo scorso 11 aprile, da parte di un gruppo di esercenti locali contro l’ordinanza comunale.

A febbraio l’allora commissario prefettizio Pietro Signoriello, in carica dopo la crisi di Giunta dello scorso agosto, firmò l’ordinanza che disciplina gli orari delle sale giochi . Tra le motivazioni compare il contrasto al Gap considerata “malattia sociale” come riporta il testo dell’ordinanza: “Si tratta pertanto di un disturbo molto serio, le cui cause sono molteplici e variegate ma che potrebbero consistere in un insieme di fattori sia genetici che ambientali. Tale disturbo può arrivare non solo a distruggere la vita dell’individuo che ne è affetto e dei suoi familiari, ma anche a creare situazioni di allarme sociale e, nei casi più estremi, a generare fenomeni criminosi, spingendo l’individuo a commettere furti o frodi oppure ad alimentare il fenomeno dell’usura”.

Ma gli esercenti di Ponte di Piave non ci stanno e ricorrono al Tribunale amministrativo.

“Chiediamo parità di trattamento – hanno dichiarato – Ok la disciplina, ma che sia per le slot come in tutti gli altri comuni vicini. E non tutti i giochi, come avviene qui. Chiediamo leggi uguali per tutti, non solo restrizioni per alcuni”.

La Redazione

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